Contro-potere sino-indiano


Shanghai, gennaio 2008.

Il ministro indiano per l’ambiente Jairam Ramesh ha detto al Financial Times di aver avviato “una collaborazione con la Cina per monitorare i ghiacciai dell’Himalaya e accertarne la situazione”, visto che rischiano di sciogliersi per via del riscaldamento globale.

Si sciolgono, si sciolgono. Dal 1962 al 2006 si sono accorciati dal 21%. E si assottigliano pure. Etienne Berthier et al. avevano misurato la variazione di spessore fra il 2000 e il 2004  su circa 1.000 km2 (su un totale di circa 33.000). La diminuzione andava da 0,7 a 0,85 metri all’anno – a seconda della  quota – pari a 3,9 km3 d’acqua. Un tasso di scioglimento doppio rispetto a quello del 1977-1999.
Non importa:

Il ministro Ramesh andrà in Cina entro il mese per giungere a un accordo con Pechino in vista delle discussioni di Copenaghen sul cambiamento climatico. Ha detto che India e Cina potrebbero rappresentare un “contro-potere” e resistere ai limiti obbligatori di emissioni di gas serra, limiti che minacciano di rallentare il progresso delle grandi economie con la maggior crescita al mondo.

Mentre le centrali idroelettriche sul Gange e il Fiume azzurro con poca acqua da macinare, e il porto di Shanghai in secca non minacciano di rallentarlo.

Ah, i giornalisti…
Markus Jokela ha messo sul suo sito all’università di Helsinki il paper non ancora uscito di cui si parlava nei giorni scorsi, sull’evoluzione genetica di una maggior bellezza nelle donne americane, degli uomini no, le quali fanno più figlie più belle che imiteranno la mamma.

L’ho letto, ma non ho trovato il meccanismo grazie al quale le madri non trasmettono quei geni della bellezza ai figli. Né la correzione per gli interventi di chirurgia plastica in costante aumento fino all’anno scorso.

La prepubblicazione è stata decisa da Jokela per dimostrare che i giornalisti ne avevano distorto i contenuti (via Gene Expression). Questo, sempre – per es. avevo capito che lui aveva collaborato con Kanazawa – però il suo paper resta al livello di quelli di Kanazawa lo stesso.