Lord del global cooling


Su Google moderator, la Royal Society rispondeva alle domande sul clima fatte dal pubblico, nel quale spiccava Christopher Monckton, terzo visconte di Brenchley ed eroe dei globalcoolisti nostrani per via dei grafici falsificati con colori sgargianti e della saracinesca rubata ai Windsor e ridipinta di rosa, nella speranza che non se accorgano.

Dopo varie affermazioni infondate, sparava la bufala preferita dai suoi seguaci:

The least-squares trend on the RSS monthly global mean surface temperature dataset shows no global warming at all for 17 years 5 months. How many runs of how many climate models predicted so long a hiatus even though CO2 concentration is rising fast?

Alla Royal Society che fino a quel momento aveva risposto con maestoso distacco, è venuta una lieve irritazione:

The RSS monthly temperatures are not at the surface, but are one version of the satellite temperature record…  This does reveal an upward trend that fits reasonably well with that suggested by models although on the low side … What is outside most model simulations is the 1997/98 El Niño warming, and the questioner appears to have taken the highest point on that curve to produce a very misleading estimate of the recent trend.

h/t un commento da Rabett Run. Su altre frottole di Sua Signoria in materia, rif. l’antologia Monckton Myths e sulla precedente in particolare, il recente post di Skeptical Science, “Global warming not slowing, it’s speeding up“.

13 commenti

  1. Paolo C.,
    a nasa (great pun!) mi sembra quello di due anni fa. Sul modello HANDY non mi pronuncio – è roba da Gvdr, semmai – ma le premesse mi lasciano un tantino dubbiosa:
    Human And Nature DYnamics (HANDY) was originally built based on the predator-prey model. We can think of the human population as the \predator”, while nature (the natural resources of the surrounding environment) can be taken as the \prey”, depleted by humans
    Se gli umani non fanno parte della natura, da dove sbarcano? E se la natura è la preda perché non le capita mai di far fuori gli umani, l’HIV chi l’ha fatto? Ecc.ecc.

  2. Iniziativa puerile quella di Mr Saracinesca, non c’è che dire.

  3. @Sylvie
    Grazie del link, anche se ci ritrovo solo un paio delle citazioni dell’articolo del Guardian; l’autore si sarà basato su una versione più recente dello studio?

  4. Aspettando le Ralstonie
    Ho perso un po’ il filo: chi le manderebbe, quindi?

    1. Paolo C.
      scusa, ma gratis ho trovato solo la bozza…
      Gvdr,
      magari aspetta il testo definitivo – mi piacerebbe sapere cosa ne pensi.
      Cimpy,
      L’ENEA a BioFab, un lab un po’ più caro di altri che conosco, quindi i donatori si preparino a sganciare 8-10 euro cad. invece di 5 o 6. Però è vicino, lavora già per l’ENEA e andava bene a Gvdr e ad Andrea Rampado.

  5. @Sylvie
    Va bene, almeno ho iniziato a farmi un’idea. Magari passiamo la palla al Bardi…

  6. Il lavoro di Motesharri e colleghi mi piace, ma è da un lavoro puramente teorico. In soldoni: con i modelli di sviluppo umano “classico” si guardavano soluzioni di crescita esponenziale o che arrivano ad un equilibrio stabile. Ma sia i modelli predatore-preda (anche i più semplici) hanno anche equilibri oscillatori. Questi cicli di crescita e declino sono storicamente evidenti. Una utile introduzione che spiega qual’è il problema che motesharri cerca di affrontare è quella di Turchin http://www.cliodynamics.info/PDF/RevSEC.pdf
    Motesharri introduce un sistema di quattro equazioni differenziali: due del “predatore-preda” o, con una analogia più calzante, “consumatore-risorsa” più due per descrivere una dinamica “di classe” interna ai consumatori che possono essere “Elite” o “Commoner”. Elite e Commoner consumano risorsa con un tasso differente (e muiono con un rate diverso). Elite o Commoner sono classi chiuse (sapesse contessa!).
    Gli autori notano che questo sistema ha una fauna di soluzioni più diverse di quelle di modelli classici: crescita, cicli, catastrofi, … La soluzione dipende anche e fortemente dalla proporzione di |Elite|/|Commoner|.
    Fin qui la matematica.
    È un modello credibile? Si, no, forse. È un modello credibile quanto i modelli Lotka-Volterra (predatore/preda) lo sono. Il che può voler dire molto in certe condizioni vicine a quelle esplicitamente ed implicitamente assunte nel modello, poco in condizioni distanti.
    Alcune delle assunzioni implicite di Motesharri sono, ad esempio (dovrei leggere con più calma e aspettare la pubblicazione):
    Nessuna dinamica interclasse: chi nasce Elite muore Elite.
    La distribuzione di natura e consimatori è uniforme: nessuna differenza geografica o di classe nell’accesso alle risorse.
    Modello deterministico: non ci sono fluttuazioni stocastiche nella produttività della natura o nella dinamica nascita/morte delle popolazioni.
    Per capire se/quanto le assunzioni sono problematiche per il modello serve un lavoro più serio.
    In ogni caso mostrare come un modello molto generale e rigoroso contempli soluzioni “non classiche” è di per se interessante, credo soprattutto per gli economisti che sono abituati a prendere per garantita la crescita…

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