Segnali di fumo

Regalo della NASA: “Un anno nella vita della CO2 sulla Terra” è uno dei 10 “2016 Vizzies” per la migliore visualizzazione interattiva di dati complessi. E’ quasi ipnotico, in effetti.

Da collegare a Unnatural Coastal Floods, una ricerca di Strauss, Kopp et al. per conto Climate Central, che attribuisce all’innalzamento del livello del mare dovuto al riscaldamento globale il 65% delle alluvioni costiere avvenute in USA tra il 1950 e il 2014. Scrive Benjamin Strauss:

From 1950 through 2014, out of the 8,726 actual nuisance flood days that our analysis identified, 5,809 of them — two-thirds — would not have taken place if you remove Kopp et al.’s central estimate of human-caused global sea level rise. Even using a low estimate — one more than 95 percent likely to be too low — more than 3,500 of the flood days would not have taken place.

Stima “bassa” e ampie incertezze, descritte negli ultimi paragrafi.

Sempre in tema di attribution studies, ma nel futuro, Andrea Thompson segnala che in “Benefits of Reduced Anthropogenic Climate ChangE (BRACE)” un numero speciale di Climatic Change, è uscito un modello della mitica Tebaldi e Michael Wehner sulla ricorrenza/intensità delle ondate di calore in funzione di due scenari (RCP4.5 e RCP8.5) per le emissioni di gas serra e rispettivo aumento della temperatura globale di 2 o 3 °C.
Nello scenario peggiore, le ondate che ora accadono ogni 20 anni diventano annue entro il 2075 sul 60% del pianeta. Sono concentrate nell’emisfero nord e i picchi superano di 3-9 °C quelli del secolo scorso. Con “soltanto” +2 °C, la percentuale si riduce di circa due terzi.

Rispetto alla baseline 1951-1980, nel periodo 2004-2014 la distribuzione è già cambiata:

Bill e Melinda Gates hanno pubblicato la “lettera annua” delle priorità e dei desideri che ne motivano la filantropia. Come succede ogni volta o quasi, fa discutere e non solo nelle Ong. Bill Gates invoca miracoli – nel senso di rivoluzione tecnologica – per l’energia e più investimenti in R&D:

When I say “miracle,” I don’t mean something that’s impossible. I’ve seen miracles happen before. The personal computer. The Internet. The polio vaccine. None of them happened by chance. They are the result of research and development and the human capacity to innovate.

Joe Romm di Think Progress (un ottimista) ritiene che Bill Gates sbagli. Una rivoluzione energetica richiede anni per essere realizzata, obietta, mentre le soluzioni ci sono già. Lo dimostrerebbe questa tabella del Dept. of Energy. Quindi

We simply don’t have the time to wait for Energy Miracles, and Gates simply hasn’t proposed the best strategy to achieve his wish — dramatic improvement in performance and a sharp drop in price. The time to act — to deploy — is now.

Nei paesi ricchi forse, ma Bill & Melinda Gates non parlano soltanto di quelli né considerano l’accesso all’energia soltanto dal punto di vista della crisi climatica (ma Joe, è così difficile tener a mente i diritti umani?).

A margine, c’è una polemica sulla riscoperta dell’identità Kaya da parte di Bill Gates che “reinventerebbe la ruota”, invece di citare il libro di Kaya e Yokoburi del 1997. Fa un po’ sorridere, perché la lettera di Bill Gates non è un paper e l’identità Kaya riformula l’equazione un tantino malthusiana nota da 40 anni come PAT:

I (impatto antropico sull’ambiente) = Popolazione x Affluenza x Tecnologia

di Barry Commoner, Paul Ehrlich e John Holdren, precisando che l’impatto include quello delle emissioni di CO2.

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Per le bufale sulla musica lunare, radioprozac (cacciatore esperto) raccomanda il debunking di Paolo Attivissimo

Oggi (22 febbraio) ricorre il ventennale del volo spaziale di due italiani insieme: il 22 febbraio 1996 partivano per lo spazio Maurizio Cheli e Umberto Guidoni sullo Shuttle. Sarebbe magari carino parlare dell’eredità delle loro esperienze in occasione dell’anniversario. Macché: i giornalisti di Repubblica, Il Giornale, La Stampa si buttano a pesce invece su un’altra storia spaziale e rifilano ai loro lettori una panzana datata 1969, copiandola dai media fuffaroli americani senza la minima verifica.