La congiura III

Il 1 luglio, in un post condiviso da un suo fedelissimo, il ten. col. Guidi scrive con invidiabile ironia

gli specialisti del ‘Dipartimento il tempo non è il clima’ intervenuti con solerzia a mitigare gli entusiasmi invernali … ora soffiano sul fuoco delle braci estive, dimentichi d’un sol colpo della loro specializzazione.

Il ten. col. Guidi ha ragione. Attorno al brasero Ugo, Steph e io per esempio ci siamo scambiati ipotesi sul brusco calo dei ghiacci artici tra aprile e maggio. Ugo soffiava su un feedback, Steph sull’effetto Emmental, l’oca era indecisa tra l’energia nascosta di Brontolo Trenberth, un rutto di metano scappato al permafrost o a qualche profondità marina e  il formaggio. Tutto sbagliato;

NON è il caldo a dominare il ghiaccio

scrive il tenente colonnello, bensì il vento, e se al polo Nord

il trend di lungo periodo è negativo (…) downunder la situazione è esattamente all’opposto.

Il ten. col. Guidi ha di nuovo ragione. Ogni autunno australe i ghiacci marini aumentano e “il trend di lungo periodo” resta positivo fino a primavera. Ma sono una frazione ridicola di quelli artici e una variazione stagionale non c’entra con il clima?

Il ten. col. Guidi ha sempre ragione: il caldo NON governa il ghiaccio né a Nord né a Sud né altrove, lasciate pure i ghiaccioli fuori dal freezer.