Zichicche

Il 5 dicembre, sotto il titolo “Che disastro demonizzare l’effetto serra”, Antonino Zichichi scrive

  • Da oggi al 14 dicembre bisognerebbe decidere le azioni concrete contro il riscaldamento globale.

In realtà si decidono dai tempi del protocollo di Kyoto.

  • Il punto debole a Katowice è proprio l’obiettivo: attivare l’Accordo di Parigi. Quindi dividere gli Usa dal resto del mondo. E no! Bisogna mettere insieme le due parti. 

In realtà
– l’accordo di Parigi è attivo da quando è stato ratificato dalla maggioranza dei paesi firmatari, USA compresi;
– il governo Trump ha deciso di “dividere” gli USA dal resto del mondo;
– le parti sono già insieme, a Katowice infatti si tiene la “24° Conferenza delle parti” cioè dei paesi firmatari della Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, USA compresi.

  • Partendo dall’Accordo di Parigi che ha diversi punti scientificamente deboli. Ecco due esempi: demonizzare l’anidride carbonica e l’effetto serra, dimenticando che CO2 è cibo per le piante e l’effetto serra ci regala ben 33 gradi. Senza CO2 non potrebbe esistere la vita vegetale e senza effetto serra la temperatura media su questo satellite del Sole sarebbe 18 gradi sotto zero. E non è tutto.

In realtà l’Accordo di Parigi rimanda alla letteratura scientifica la quale non dimentica che l’aumento della temperatura dovuto a un’elevata concentrazione di CO2, e il conseguente effetto serra che acuisce frequenza e intensità di alluvioni, siccità e tempeste, danneggiano le piante – alimentari per prime.

  • La meteorologia è dominata dal motore meteorologico la cui sorgente di energia è il Sole. Nel motore meteorologico l’effetto delle attività umane è ai livelli di qualche percento; di sicuro non oltre il 10%. Nell’Accordo di Parigi siamo al 100%.

In realtà l’Accordo di Parigi riguarda i cambiamenti del clima attuale – aumento delle temperature, fusione dei ghiacciai, innalzamento del livello del mare, spostamento dei termoclini, maggior intensità e frequenza degli eventi meteo estremi, acidificazione degli oceani ecc. – dominati al 100%  dalle nostre attività.

  • E si ignorano i fenomeni naturali come ciò che accade nelle viscere della Terra, con vulcani che iniettano nell’atmosfera enormi quantità di materiali e con le fessure della crosta terrestre da cui escono enormi quantità di lava che generano forti perturbazioni nella dinamica oceanica.

Ah ecco. In realtà, la sorgente di energia del “motore meteorologico” non è soltanto il Sole – e manca ancora la rotazione del pianeta che dal punto di vista della dinamica oceanica e atmosferica non scherza.

  • Ci sono poi fenomeni che non possono essere spiegati da ciò che fanno il sole e la terra. C’è bisogno di qualcosa che abbia tempi molto lunghi. Entra così in gioco la climatologia cosmica.

La cosmoclimatologia è una tesi fantascientifica immaginata da Henrik Svensmark (in versioni contradittorie) ed Eigil Friis-Christensen (s’è ricreduto, ma era famoso per trovare una correlazione e confonderla subito con una causa) nel 1997 e poi con l’aiuto di Nir Shaviv (fautore a pagamento della tesi secondo la quale l’attività solare – in calo da >40 anni – sta causando il riscaldamento globale da >40 anni).

  • Essa dipende da dove si trova la Terra rispetto ai «bracci» della galassia. I «bracci» sono infatti zone in cui l’intensità dei raggi cosmici può arrivare a essere dieci volte più alta delle zone esterne ai «bracci».

In realtà
– ci sono due tipi di raggi cosmici. Quelli del vento solare arrivano… dal Sole, e i “raggi cosmici galattici” ad alta energia (GCR) da supernove nella Via Lattea e in galassie vicine.
– Svensmark sostiene, in riviste e libri di fantascienza, che a cicli di 140 milioni di anni – dieci milioni più, dieci milioni meno – il sistema solare transita in prossimità del «braccio» galattico nel quale sarebbero concentrate “stelle azzurre esplosive” (giganti azzurre, una parte consistente delle supernove), uniche fonti di GCR, a suo avviso. Quei raggi sono particelle ad altissima energia che, sempre a suo avviso, contribuirebbero alla formazione degli aerosol attorno ai quali il vapore acqueo si addensa in nubi. Siccome le nubi riflettono l’energia solare in arrivo e sotto fanno ombra, i GCR raffredderebbero il clima (negli anni Novanta, diceva che lo scaldavano).

  • L’Accordo di Parigi ignora i raggi cosmici.

In realtà rimanda alla letteratura scientifica che ha smentito (p. 613) l’influenza dei raggi cosmici sul clima.

  • La comunità scientifica vorrebbe che si dessero risposte esatte a numerose problematiche climatologiche, che sono punti in comune tra le due parti.

In realtà le parti sono 184 e hanno problematiche climatologiche diverse.

  • Non bisogna dimenticare che la descrizione matematica del clima ha bisogno di moltissimi dettagli. In sintesi: la composizione chimica dell’atmosfera, la dinamica dei movimenti delle grandi masse oceaniche, le distribuzioni geografiche dei continenti che sono dotati di movimenti lentissimi ma che, nel corso di milioni di anni, incidono sul motore meteorologico, il campo magnetico prodotto dal cosiddetto «vento solare».

In realtà la descrizione ha bisogno dei cicli di Milankovic, che non sono un dettaglio, e il vento solare è la fonte principale dei raggi cosmici.

  • Tutti questi elementi hanno un ruolo nella dinamica climatologica. In essa ancora oggi mancano gli effetti legati alla traiettoria che la Terra percorre in seno alla galassia. Sono necessari molti studi e ricerche per stabilire gli effetti in grado da agire come cassa di risonanza in tempi brevi per l’evoluzione del clima dovuta al nostro viaggio tra i bracci della galassia. Fino a oggi i raggi cosmici non sono stati presi in esame.

In realtà i GCR sono presi in esame da oltre vent’anni. Osservazioni in natura e gli esperimenti Cloud al CERN hanno dimostrato che la loro influenza sul clima è irrilevante.

  • È necessaria una forte alleanza tra politica e scienza affinché si possa dare al grande pubblico, e ai governi di tutto il mondo, la certezza che il futuro meteo-climatologico della nostra Terra sia nelle vere mani della comunità scientifica. […]

In realtà, una comunità che ha nelle sue mani vere o metaforiche il futuro della Terra è un dittatore con famiglia.

  • Con i modelli meteo-climatologici

In realtà sono due tipi di modelli diversi. Quelli meteo simulano l’evoluzione dei fenomeni atmosferici e marini per pochi giorni nel futuro; quelli climatici l’evoluzione del sistema atmosfera-oceani-terre emerse per decenni e a volte secoli nel passato e nel futuro.

  • la scienza rischia di perdere la sua credibilità, se non fa sentire con forza la sua voce al fine di permettere al grande pubblico e ai governi di capire come in effetti stanno le cose su ciò che è possibile prevedere e su ciò che si è effettivamente capito.

In realtà, con frequenza crescente dal 1965, per conto del grande pubblico i governi commissionano alla “scienza” rapporti e aggiornamenti, proprio per capire come in effetti stanno le cose su ciò che è possibile prevedere e su ciò che si è effettivamente capito”.

  • La prova di una nuova grande alleanza tra politica e scienza sarebbe l’istituzione di un laboratorio mondiale per mettere su basi di rigore scientifico il futuro meteo-climatologico di questo satellite del sole.

In realtà “la politica”, tolta quella prezzolata, non confonde meteo e clima; da secoli condivide “laboratori” mondiali a terra, in mare e più recentemente nello spazio.

In realtà Zichichi è rincitrullito.

***

Si è dimesso l’intero comitato di selezione dei candidati a presidente dell’ASI perché, dice l’ANSA e confermano altre fonti, si era

  • messo al lavoro adottando, per il nuovo bando, gli stessi criteri seguiti negli ultimi tre anni per la nomina dei presidenti degli enti pubblici di ricerca […]. E’ arrivata allora la richiesta del ministero di introdurre delle modifiche nel bando, alle quali il comitato ha inizialmente risposto con delle osservazioni, ma progressivamente il dialogo è diventato difficile ed è stato impossibile trovare un accordo.

Le modifiche aprivano il bando agli incompetenti.

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Alla conferenza sul clima di Katowice, uno stand polacco promuove come “oro nero” il carbone che in città rende l’aria “insalubre“, riferisce Frank Jordans.

9 commenti

  1. Cioè, ma c’è veramente ancora qualcuno al mondo che prende sul serio Zichichi? Io al massimo, e lo dico da fisico, ormai lo prendo come il nonno affetto da demenza senile che dice tante cose simpatiche ma che non hanno nessun senso.

    1. Ciao Mauro, tutto bene?
      temo che abbia ragione E.K.Hornbeck. Nei commenti del Giornale, sembra che quasi tutti lo prendano sul serio, e anche qui capita ogni tanto gente che difende le sue insensatezze.
      Cmq ne ho scritto perché stamattina l’ho citato di corsa in radio e alcuni ascoltatori hanno chiesto un approfondimento.

  2. Cioè, ma c’è veramente ancora qualcuno al mondo che prende sul serio Zichichi?
    Ahime’, temo proprio di si’.
    Si figuri che c’e’ gente crede ancora che la Terra sia piatta, o che il Sole giri intorno alla Terra, o che l’evoluzione non funzioni senza frequenti interventi divini, o che l’acqua agitata (e non mescolata) possa curare qualunque cosa.
    Io al massimo, e lo dico da fisico, ormai lo prendo come il nonno affetto da demenza senile che dice tante cose simpatiche ma che non hanno nessun senso.
    E’ questo il punto: lei ha il privilegio di dirlo da fisico.
    Lei quindi ha le competenze giuste per non prenderlo sul serio.
    Intendiamoci: anche altre competenze permettono di non prenderlo sul serio.
    Ma e’ comunque necessaria un minimo di cultura scientifica.
    La maggioranza della popolazione italiana (ma temo non solo quella italiana) ne e’ sostanzialmente priva.
    Ma il problema non e’ quello che dice Zichichi; il problema e’ che ci sono gruppi di pressione che, pur avendo perfettamente chiaro che quello che dice non ha senso, hanno tutto l’interesse a intorbidire le acque per far passare il suo messaggio “i climatologi non sanno quello che dicono”. E che quindi presentano il nonno simpatico come un guru di tutti i campi dello scibile e gli danno ampia visibilita’
    E se c’e’ gente che crede che risolvere il problema del debito pubblico sia banale come stampare il denaro necessario a ripagarlo (e ce n’e’; e ce n’e’ anche tanta) si figuri se non c’e’ gente che, a forza di sentire quello ce dice, non lo prende sul serio.

  3. La maggioranza della popolazione italiana (ma temo non solo quella italiana) ne e’ sostanzialmente priva.
    Il timore sul “non solo italiana” è giustificato.
    Io sono italiano ma vivo da lungo tempo in Germania (e ho fatto parte degli studi in Olanda), quindi posso confermare.
    Il problema più grosso però rischia di essere un altro (e che è quello che sfruttano i gruppi di pressione che lei cita). E cioè il cadere nel “principio di autorità”. Cioè nel credere che chi abbia un grande nome abbia ragione a priori.
    Zichichi e Montagnier sono due ottimi esempi al proposito… il primo in passato ha fatto grandi cose nella fisica particellare, il secondo sulla ricerca su HIV/AIDS (conquistando anche il Nobel), poi – una volta raggiunto il successo – hanno entrambi sbarrellato… però, cavolo, sono due “genii”, come fai a contestarli?
    E invece proprio per quello a ragione devi contestarli: perché se lasci passare le loro cazzate, se non le fermi subito… queste purtroppo pesano. Ben più di quello che potrò dire io (che mi sono “venduto” all’industria) o di quello che potrà dire qualsiasi ricercatore geniale ma non ancora noto.
    Nell’ambiente scientifico la verità verrà comunque fuori e sarà apprezzata, ma per gli effetti sulla vita quotidiana, sulla legislazione… se non si reagisce subito e fortemente, duramente, urlatamente… alla fine varrà quale nome sostiene una cosa o l’altra, non chi ha effettivamente ragione, non i fatti.

  4. Ciao Mauro, tutto bene?
    Carissima, sì tutto bene… anche se ho cambiato lavoro e azienda (non sono più alla Siemens) e per un certo periodo i commenti che scrivevo qui sparivano nel nulla… ma a quanto pare ora posso commentare di nuovo 😉
    E.K.Hornbeck ha sì ragione, ho spiegato qualcosa di più nella mia risposta successiva. Usando come esempi Zichichi e Montagnier.

  5. @ Mauro
    Io sono italiano ma vivo da lungo tempo in Germania (e ho fatto parte degli studi in Olanda), quindi posso confermare.
    Voglio comunque illudermi che, da quelle parti, vada un po’ meglio.
    O almeno: meno peggio.
    Il problema più grosso però rischia di essere […] credere che chi abbia un grande nome abbia ragione a priori.
    Zichichi e Montagnier sono due ottimi esempi al proposito…

    Esattamente.
    Mi vengono in mente anche Brian Josephson, premio Nobel che ha sbarellato e si e’ dedicato al paranormale, e (piu’ un fenomeno italiano) Sandro Focardi, professore universitario che, al termine della carriera, si e’ illuso di essersi imbattuto nella fusione fredda.
    Il prestigio di entrambi e’ stato usato da imprenditori senza scrupoli per spacciare per reale il fenomeno della fusione fredda.
    E un mucchio di gente se l’e’ bevuta come acqua fresca.
    Ma a volte non e’ necessario che il grande nome sia effettivo. A volte sono solo sedicenti professori di fama internazionale e molta gente, trovando conferma ai propri pregiudizi, perde qualunque spirito critico.
    Nell’ambiente scientifico la verità verrà comunque fuori e sarà apprezzata, ma per gli effetti sulla vita quotidiana, sulla legislazione… se non si reagisce subito e fortemente, duramente, urlatamente…
    Sul modo corretto di reagire, non mi pronuncio.
    Ma, da quel che vedo in giro per i blog, ho l’impressione gli scienziati (in particolare gli accademici, pur con lodevoli eccezioni) tendano a sottovalutare il problema. Spero di sbagliare.

  6. Danno credito a Zichichi perché le presone preferiscono avere soluzioni facili e comode anche a problemi complessi che non riescono a comprendere fino in fondo, o che per risolverli richiederebbe un ripensamento complessivo del loro stile di vita. In questo caso la soluzione facile che viene loro data è che il riscaldamento globale non esiste.

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