Nuclei di condensazione

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Macaca nemestrina (maschio) “nonostante l’apparenza, è molto amichevole”…

Non di  Cloud, ma sempre svizzeri

Tra l’autunno 2009 e la primavera 2010, Henin, Petit, Jérôme Kasparian et al. del gruppo di biofotonica a Ginevra, hanno puntato per 133 ore “filamenti” di “un sistema laser asportabile Teramobile da terawatt in femtosecondi” nell’aria sopra il Rodano, in “varie condizioni meteo”. Con un 70% di umidità, scrivono su Nature Communications, hanno ottenuto dall’ozono circostante particelle d’acido nitrico attorno alle quasi si sono addensate nano- e poi micro-gocce d’acqua. Con ulteriori ricerche potrebbero raggiungere dimensioni piovane.

A quel punto, per avviare rapidamente la condensazione con femtosecondi di terawatt sarebbero un metodo migliore dell’inseminazione delle nubi con ioduro d’argento. Si potrebbe usare in agricoltura per far piovere, dicono, o per ridurre a micro- e nano-dimensioni le gocce di pioggia, così non cadono.

Génial, soprattutto per la bolletta della luce.

“Normalità”
La Commissione presidenziale di bioetica ha terminato il suo rapporto sugli esperimenti clinici con malattie sessualmente trasmissibili, dalla gonorrea alla sifilide, condotti – sotto la direzione dell’orrendo razzista John Cutler – tra il 1946 e il 1948 da ricercatori e medici americani e guatemaltechi pagati dai rispettivi governi.

Come i prigionieri di Terre Haute nel 1943, in Guatemala i “volontari” erano deliberatamente infettati e, contrariamente ai prigionieri, non lo sapevano e non avevano dato il proprio consenso. Nessuno ha aperto bocca finché  Susan Reverby, prof di storia delle idee e di gender studies al Wellesley, è capitata per caso su un po’ di documenti, ha iniziato a indagare e l’anno scorso ha presentato i suoi risultati alla conferenza dell’American Association for the History of Medicine, zitta per 60 anni (vedi “Normal Exposure“).

Dopo lo scandalo, Hillary Clinton si è scusata con il Guatemala.

La commissione di bioetica americana s’era messa in contatto con la sua omologa guatemalteca e in tutto hanno trovato circa 125 mila documenti. A quanto pare tutte le procedure venivano fieramente registrate.

“Per caso” mica tanto. Susan Reverby li ha trovati mentre faceva ricerca sugli esperimenti di Tuskegee, altra storia di medicina razzista.

(Irene: la normalità è una tempesta tropicale che fa vittime nel Québec.)

Il ritorno dell’aviaria
La FAO avverte che c’è di nuovo un rischio di influenza aviaria da ceppo H5N1 mutato, originato probabilmente in Vietnam e/o in Cina. Dopo 400 milioni di polli uccidi e 20 miliardi di dollari di danni…

Forze dell’ordine
A proposito di epidemia. Su PLoS One, David Krakauer et al. pubblicano un doppio modello immuno-dinamico di gestione dei conflitti in una società di primati. Questi erano stati osservati nel centro di Yerkes, in libertà ma non in natura.

La diffusione dell’aggressione è analoga a quella dei patogeni: un problema epidemiologico. Mostriamo che… la vigilanza (policing) è una strategia efficiente in quanto basta quella di una piccola proporzione – circa 13-15% di vigilanti! ndr – a ridurre il contagio dei conflitti.

Nei due modelli a confronto li elimina meglio della pacificazione, più adatta a prevenire ma più costosa in termini di impegno sociale.

I nostri risultati suggeriscono che a tutti i livelli biologici e sociali e malgrado differenze nell’implementazione, potrebbero esistere aspetti universali nei meccanismi di gestione dei conflitti, che riducano la dinamica simil-contagio. Inoltre le nostre analisi suggeriscono che può essere proficuo concepire le strategie di gestione dei conflitti al livello comportamentale come dei meccanismi di immunità sociale.

Gli aggressivi come portatori di infezione? L’articolo è più che altro di matematica, ma forse alla fine si accorgono che la metafora l’abbiamo già sentita e non ci è piaciuta:

Spesso la malattia non è causata da un’infezione ma da una reazione esagerata del sistema immunitario. Questo evoca la risposta degli stati al terrorismo, in cui il danno principale viene da una reazione non proporzionata all’attacco. E’ quello che i nostri modelli prevedono quando la vigilanza a un elevato tasso di fallimenti: l’anarchia o uno stato di polizia.

Ah ecco. Ma non ci rinunciano:

C’è anche l’intrigante fenomeno della memoria immunitaria in cui bassi livelli di infezione cronica potrebbero garantire una resistenza a lungo termine all’infezione. Una società ha bisogno di conflitto cronico a bassa intensità per mantenere efficace la risposta ad assalti ad alta intensità?

Leggere Susan Sontag è chiedere troppo, ma Frans de Waal sui bonobo e Bob Sapolsky sulle babbuine del Forest Group, prima di fare modelli al computer?