Yuk factor, continua

Ancora a proposito degli esperimenti che gruppi di ricercatori inglesi vogliono fare su cellule staminali provenienti da embrioni fatti con  spermatozoi umani e ovuli di mucca – e di coniglia – enucleati, cioè senza i propri geni nucleari, ma ancora con il proprio DNA presente nel resto della cellula (mitocondri).

Si aspettava in settimana l’autorizzazione o il divieto da parte dell’Autorità per la fertilità e l’embriologia che invece ha deciso di non decidere prima di “consultazioni approfondite”. Consultata, l’opinione pubblica ha detto in maggioranza “no, grazie”.

Sul Times di Londra, mercoledì scorso scienziati famosi e qualcuno con il Nobel chiedevano alla cittadinanza di non fermare il progresso e le nuove terapie promesse dalle cellule staminali. Ieri, The Economist scriveva che un eventuale bando degli embrioni metà umani e metà no “avrebbe un effetto sventurato sulla ricerca. I Frankenconiglietti non sono dietro l’angolo, ma scoperte a lungo attese potrebbero esserlo.”

Si noti il condizionale.  E che un embrione è condizionato sin dalle prime cellule dall’ambiente nel quale si forma ,il quale modula l’espressione dei geni nucleari. Se quelle cellule risultassero speciali o strane, se una volta coltivate in vitro si comportassero diversamente da quelle prelevate da un embrione interamente umano, non si capirebbe il motivo della differenza.

Non ho letto il protocollo sperimentale, non è pubblico, quindi non so i dettagli. Ma se toccasse a me, non saprei come decidere perché è vero che si fanno scoperte anche in condizioni di ignoranza e di incertezza. Però…