La maggior parte dei premi scientifici è antiquata, va a una persona, due o tre – maschie di solito – come se avessero fatto tutto da sole, mentre ormai la ricerca si fa a squadre (teams). Anche in gara tra loro, come il Supernova Cosmology Project diretto da Saul Perlmutter, univ. della California- Berkeley, e l’High-Z Supernova Search Team diretta da Brian Schmidt, univ. nazionale australiana-Canberra.
Nel 1998, entrambi erano riusciti a misurare con precisione la nostra distanza da un bel po’ di supernove, dimostrando così che l’espansione dell’universo stava accelerando. E che quindi doveva esserci sotto una forma d’energia di cui nessuno sapeva niente. Anche ora se ne sa poco, infatti si chiama energia oscura.
I 50 autori dei due articoli del 1998, e non solo i capi, riceveranno a settembre il premio, mezzo milione di dollari, della Fondazione Peter e Patricia Gruber. Il premio esiste solo dal 2001, ma fa tendenza. Per esempio John Mather, uno dei due capi della COBE Team premiata per la cosmologia nel 2006, ha ricevuto il Nobel due mesi dopo. Nel 2006, come dice Amedeo, mica nel 2007 come avevo scritto prima.