Raffaella Rumiati – neuroscienza, SISSA – ieri mi manda l’articolo del gruppo di Ioannidis (famoso per la ricerca dalla quale era saltato fuori che oltre la metà degli articoli di ricerca medica erano falsi o sbagliati) uscito sul JAMA, o Journal of the American Medical Association.
E’ un’altra meta-analisi da cui risulta che le differenze tra uomini e donne attribuite a differenze genetiche sono in maggioranza campate per aria, e confermano i pregiudizi dei ricercatori invece di tener conto dei dati esistenti o di trovarne altri.
Come sospettavo (tanto per confessare un mio pregiudizio).
Oggi ricambio, mandando a Raffaella R. il riferimento a un articolo che esce su Gender Issues di domani, ma è già on-line da un po’. Catherine Mosher dell’università Duke e Sharon Danoff-Burg di quella di Albany hanno intervistato un po’ di studenti (80 maschi e 157 femmine tra i 16 e i 25 anni), e ne avrebbero dedotto che “gli uomini erano più pronti delle donne a sacrificare la carriera a una storia d’amore, al matrimonio, ai figli, ai rapporti famigliari”.
Bullshit, come si dice a Harvard.
A leggere oltre l’abstract, si evince che gli studenti pensano di non sacrificare un bel niente, sono convinti che la partner li aiuterà a superare gli ostacoli e a realizzare le loro ambizioni. Infatti dicono che non riceverebbero lo stesso aiuto dagli amici maschi. In confronto le ragazze sembrano delle carrieriste perché più interessate alla propria “agency” e meno alla “comunione” rispetto ai ragazzi.
A me sembrano valutare correttamente la realtà. Preferiscono agire da sé e per sé (l’agency) e non per conto del sacrificato per amore che dalla “comunione” prende senza dare né fare le pulizie, da mangiare, i figli ecc.
Trovate qui l’abstract, è il n. 5.