Forse non è da blog, ma ogni tanto passa qualcuno che si occupa di fisica e capirà. Pier Giorgio Merli è morto ieri per un malore, mentre saliva sul molo dopo una gita in barca. Dirigeva il laboratorio Lamel, all’IMM-CNR di Bologna, era pieno di qualità e tutte esagerate, troppo modesto, troppo gentile, troppo generoso. Era anche un fisico “bestiale”.
Nel 2002 l’esperimento dell’elettrone che passa dalla doppia fenditura era stato votato fra i dieci più belli della fisica dai lettori di Physics Today. Solo che la rivista lo faceva risalire – quello decisivo – al 1986 e al giapponese Hitachi. Poi uno storico inglese della fisica aveva scritto, con riferimenti bei precisi, che Hitachi aveva in realtà rifatto l’esperimento “Merli-Missiroli-Pozzi” del 1974, pubblicato nel 1976. Senza citare la fonte (tra l’altro dalle firme si vede che l’idea era di Pier Giorgio).
L’esperimento è davvero uno dei più straordinari della fisica perché quel benedetto elettrone parte da solo, passa nello stesso momento da entrambe le fessure e lascia due impronte. La RAI aveva filmato un documentario che aveva vinto il primo premio a un festival internazionale, a Bruxelles (? mi sembra). Era una ricostituzione, i tre si auto-interpretavano, andavano da Bologna a Milano, bricolavano con le loro macchine, avevano l’aria da Tognazzi giovane.
Nel maggio 2003, quand’era stata riconosciuta la priorità dei tre, Elisa Molinari del CS3 di Modena mi aveva avvisata. Avevo sentito Pier Giorgio per le Oche e anche per sondare il terreno. Se la sarebbe presa per un corsivo da ridere su D? Per niente, aveva pure suggerito come titolo “Ci vuole un fisico bestiale”.
Poi l’ho conosciuto, e mi sono resa conto di chi fosse, ma lo diranno meglio quelli che lo conoscevano meglio.