Materia e antimateria

Mentre al CERN fervono i preparativi per la giornata porte aperte del 5 aprile per chi ci lavora e del 6 aprile per gli amici – dopodiché il grande collisore di adroni viene chiuso nel suo tunnel – escono notizie che dovrebbero alzare il volume delle discussioni in mensa tra i fisici degli esperimenti AtlasLCHb e tutti gli altri sulle attuali traversie del modello standard.

Sull’ultimo Nature, sono usciti i risultati della collaborazione Belle (la fabbrica giapponese KEK di mesoni B e anti-B, il pendant di BaBar allo SLAC di Stanford). Pare ci sia una bella differenza tra la violazione della “simmetria coniugazione di carica-parità” che si vede nel decadimento degli anti-B, del 20% meno probabile, e in quello dei B. Cosa che il modello standard non prevede.

Il busillis narrato da uno degli autori.

Intanto su New Scientist, Luca Silvestrini dell’INFN di Pisa racconta di aver riesaminato – con i colleghi della collaborazione UTfit – i dati ottenuti con mesoni Bs negli esperimenti CDF e D-0 al Tevatron di Chicago. Hanno trovato un’altra esagerazione rispetto al modello standard.

Il busillis visto dal Cern.

Quando vado al Cern mi faccio spiegare meglio, intanto la storia resta confermata: all’inizio dell’universo le particelle e le antiparticelle erano in numero pari e dovevano di annichilirsi a vicenda, ma comunque sia andata è rimasta più materia che anti-materia.