O sapienti o longevi?

Per i soci del D. melanogaster’s Genetics’ Fan Club

Su richiesta della socia Elena – con ritardo, ma ero a Roma – riassumo la ricerca svizzero-tedesca di Joep Burger, Munjong Kolss, Juliette Pont e Tadeusz Kawecki pubblicata su Evolution.

Dopo esperimenti (basati sulla scelta fra frutta matura e inacidita artificialmente sulla quale deporre le uova) ripetuti per trenta generazioni, la discendenza di moscerine selezionate per la maggior capacità di apprendimento risulta vivere un 15% in meno rispetto ai moscerini-controllo. In compenso, resta feconda più a lungo. Invece la discendenza di moscerine selezionate per la longevità ha una capacità di apprendimento (test di identificazione di odori) inferiore del 40% rispetto ai controlli. Questo da giovane, poi con l’età migliora.

Gli autori ne deducono che l’attività cerebrale necessaria all’apprendimento sottrae risorse alla riparazione dei danni cellulari da invecchiamento. Oppure, dice T. Kawecki all’Economist, produce radicali liberi i quali, essendo ossidanti, accorcerebbero la vita. Allungando il periodo di fecondità? Strano.

Che sia un effetto di variazioni genetiche distinte, ma selezionate insieme per caso? L’anno scorso, aveva fatto la copertina dei PNAS un’altra ricerca del gruppo di Tadeusz Kawecki secondo la quale la memoria e l’apprendimento variavano per polimorfismo naturale.