Rientro regolare

La farmers’ conference all’Icarda, vicino ad Aleppo, è stata straordinaria, purtroppo ci vorrebbe tempo per raccontare le esperienze e gli esperimenti di ognuno dei contadini che selezionano e producono sementi che resistono alla siccità, e mi manca.

C’erano anche donne, dall’Iran e dalla Giordania soprattutto, con il capo coperto meno le cristiane giordane. In Siria pochi anni fa non si usava, adesso s’incontrano donne completamente velate, come in Arabia Saudita.

In Siria, Iran e Giordania e nel nord-ovest dell’Egitto, la situazione è grama, 130 mm di pioggia nell’anno, circa un terzo della media, il gelo a febbraio e un caldo torrido a  fine aprile. Dicevano che saranno fortunati se raccoglieranno di che seminare di nuovo, ma anche che per loro, conta di più l’autonomia, poter usare i propri semi invece di dipendere da quelli che vende il governo o qualche multinazionale.

A proposito di Ogm, invece, mi sono accorta che il genoma della papaya transgenica mappato dai cinesi e dagli americani era stato pubblicato da Nature con il copyleft (Creative Commons). Si può prelevare a destra dell’abstract. Chissà cosa ne pensano le multinazionali che fanno piante transgeniche coperte da segreto industriale. Adesso che il metodo è disponibile per la papaya SunUp – il primo albero sequenziato, tra l’altro -non dovrebbe essere difficile utilizzarlo per analizzare le altre.

A proposito di genomi, è sensazionale quello dell’ornitorinco – sensazionale già di per sé – su Nature della settimana scorsa. Purtroppo in questo caso c’è il copyright, ma gli australiani del Science Media Center hanno fatto una buona sintesi per i giornalisti.

L’oca del post sotto diverte Ahmed El -Hadj Saleh, un contadino di Raqqa. Il suo inglese è minimo, il mio arabo inesistente, ma ce la caviamo. Vorrebbe modificare po’ il disegno, per farne che cosa? Punta un piede e dice “Cajkovskij”. Rispondo “la la la”, starnazzo, si diverte ancora di più.