Nei collegi elettorali planetari dell’Economist, B. Obama ottiene 8.897 voti e J. McCain 38. Nei sondaggi statunitensi, B. Obama ne ottiene 277, J. McCain 174 e 87 sono indecisi.
Negli USA però, conta l’effetto Bradley, i pregiudizi razziali taciuti nei sondaggi, più dagli elettori democratici che da quelli repubblicani. Da ricerche citate la settimana scorsa da Science, l’effetto toglierebbe un 14% di preferenze a B. Obama. Che non ce la farebbe.
Sui giornali di ieri non l’ho visto, ma il CERN ha pubblicato una ‘sintesi preliminare’ del rapporto sul quench capitato nell’LHC. “Bella sfiga”, come dice un commento al blog di Marco al quale rimando per le domande in sospeso.
Da leggere meglio durante il week-end:
– l’articolo di Jim Cleaves e Jeffrey Bada su Science a proposito del famoso esperimento Miller-Urey su come sarebbe iniziata la vita sulla Terra, presentato da Phil Berardelli per i non abbonati. E da Kate Melville.
– la ricerca di Juan Motamayor et. al uscita su PLoS-One. Riguarda la differenziazione del Theobroma cacao in “criollo”, “forastero”, “trinidario” e nelle varietà tradizionali che ne derivano. Avviso agli intenditori: fra queste non figura lo Chuao (Porcelana).
– le nuove ricerche sulla superconduttività nei materiali a base di ferro della famiglia dei pnictidi. C’è un boom, passato in rassegna da Michelle Johannes su Physics.
Mentre ci sono: dall’anno prossimo, gli abbonamenti alle riviste dell’American Physical Society costano meno.
Vado avanti con la rassegna stampa:
– come le api reagiscono in presenza di ragni mimetici, di Thomas Ings e Lars Chittka su Current Biology. Sunto: con la prudenza.
Mentre ci sono, su Biology of Mind, c’è dibattito. Le api sono davvero capaci di contare fino a cinque? Stesso blog, Brian Olson commenta l’articolo sulla neuroanatomia funzionale dell’effetto placebo, da Psychiatry on line (per soli abbonati), con critiche giuste, mi sembra.
– su Angewandte Chemie, una scoperta di Bernhard Kraeutler et al. Illuminate con luce ultravioletta, le banane maturate al sole o artificialmente (raccolte verdi per sopportare meglio il trasporto, sono poi gassate) sono di un bel blu fosforescente. E’ dovuto a un degrado particolarmente lento della clorofilla, poi me lo studio, ma perché?
Così gli animali bananovori che vedono negli ultravioletti sanno se è commestibile? O la banana trae qualche vantaggio dal restare matura a lungo senza marcire?