Oggi il Corriere riprende le perle di Sense about Science, proprio mentre – a imitazione di molti altri fogli – pubblica un articolo di Giusi Fasano intitolato Il dietrofront di 650 scienziati “La terra più calda? Una bugia.”
Forse no, di sicuro signora mia, le notizie non si son mai conservate fresche così a lungo.
Where’s the beef?
La giornalista parla di un rapporto di minoranza presentato l’11 dicembre dall’impagabile, si fa per dire (1), senatore repubblicano Jim Inhofe, per aggiornare quello del 2007 firmato da 413 “prominent scientists”.
(1) “Nelle elezioni del 2002, soltanto John Cornyn, senatore repubblicano del Texas, ha ricevuto più donazioni da industrie del petrolio e del gas. I contributi versati a Inhofe dal settore energia e risorse naturali, da quando è in carica, hanno superato il milione di dollari.” Wiki rimanda alle fonti ufficiali…
Sorry, no beef. But plenty of dejà-vu all over again
Tolti pochi fogli, anche l’Inhofe 2.0 era stato accolto da pernacchie e più educatamente da climatologi e da Joseph Romm (anche più educativo). Ma chi sarebbero le 650 eminenze che dicono la verità?
A occhio, ci trovo la decina che ha chiesto di essere cancellata e c’è ancora, e dei firmatari della lettera aperta al vertice di Bali. Sempre a occhio, direi che le proporzioni restano uguali. In percentuale decrescente:
– scettici per motivi vari, alcuni scientifici, teorie alternative sul ciclo di Milankovic o ipotesi Iris per es.; altri tecnologici, “si troveranno soluzioni, non è il caso di allarmarsi”; e altri ancora basati su credenze indimostrabili, religiose per es.
– ricercatori, soprattutto geologi, finanziati da o consulenti di industrie del carbone, petrolio e gas, circa 140
– persone senza alcun legame con il clima (passate da 70 a 110, direi)
– pensionati, spesso geologi, una sessantina
– annunciatori di previsioni meteo, tre dozzine
– economisti, due decine
Per un’analisi dei c.v. più spassosi, cf. Andrew Dessler, The ‘400 Inhofe’ skeptic of the day.