14 sì, 14 no, 14 stiam a vedere

Milano. S’è concluso così il processo alle centrali nucleari che si teneva stamattina a Palazzo Litta, un edificio giallo all’inizio di corso Magenta, sponsor il circolo Tombon che prende il nome dall’abbeveratoio serale di una certa sinistra.

Presiedeva il tribunale Massimo Cirri e la giuria era composta da 42 studenti che si sono suddivisi come sopra, dopo interrogatorio e contro interrogatorio da parte di pubblico ministero e avvocato della difesa di una serie di testimoni.

Sono in sintonia con la sentenza (28 giurati si sono espressi a favore della ricerca!).
– Sì, le centrali farebbero comodo, visto che Putin ogni tanto… magari imitato domani dai suoi omologhi algerini o libici…
– No, costano miliardi che lo stato non ha. Richiedono piani a lungo termine, decisioni, assunzioni di responsabilità che i governanti chiaramente non desiderano accollarsi, e controlli che hanno delegato a varie criminalità organizzate, vedi rifiuti, e/o a incompetenti, vedi pista di Malpensa che collassa il giorno dell’inaugurazione.
– Stiam a vedere se altri inventano le centrali  ideali – chiave in mano, flessibili, reversibili, economiche, portatili (embè?) e che consumino solo l’uranio delle bombe. Avranno successo, prodotte in massa costeranno quattro soldi e l’Italia le comprerà.

Quindi conviene di più comprare elettricità francese che farsela in casa? Be’… vedi Alitalia.