La vie en rose et blues

Anche al bar sotto casa, si parla della ricerca di Elaine Fox et alanticipata on line dai Proceedings of the Royal Society B e da un com. stampa dell’università dell’Essex. A quanto pare, l’ottimismo è innato e il pessimismo pure.
Riassumo. Le reazioni di un centinaio di volontari dopo aver guardato foto di scene positive, negative o neutrali confermano l’analisi del loro Dna. Le rispettive predisposizioni sono legate alla versione lunga o breve del gene 5-HTTLPR.  Quand’è lunga, attiva un secondo gene che codifica per una proteina. E questa porta la serotonina nei neuroni così non rimane nelle sinapsi a trasmettere e rafforzare i segnali tra un neurone e l’altro. Se si eredita da entrambi i genitori il gene lungo, resta meno serotonina in circolazione e si evitano immagini e pensieri deprimenti.

Da New ScientistGuardian, Telegraph ecc. la ricerca è passata su giornali e blog locali, ma senza l’avvertenza della stessa Elaine Fox: “There are a couple of limitations to the current study”. Un limite è nell’analisi genetica: oltre alla lunghezza, l’allele ha parecchie altre varianti ancora da studiare. Il secondo è del test psicologico: misura i tempi di attenzione come se fossero indipendenti da storia, esperienze, cultura di ogni volontario, di come s’è alzato quella mattina o se rischia il licenziamento.
Un terzo limite che viene subito in mente è che l’effetto della serotonina non è così chiaro come sembra dalla bibliografia citata da Elaine Fox et al. Per es. l’aumento della serotonina in circolo rende pessimisti, depressi, nevrotici ecc., ma almeno in un terzo dei casi sono efficaci le molecole tipo prozac.

Davvero la Weltanschauung sarebbe ereditaria e dovuta da un singolo neurotrasmettitore? Mmm… deve essermi toccato un doppio allele per lo scetticismo.