Premio alla “realtà velata”

Il Templeton Prize di 1,4 milioni di dollari è stato assegnato a Bernard d’Espagnat “le cui esplorazioni delle implicazioni filosofiche della fisica quantistica hanno aperto nuove prospettive sulla definizione della realtà e sui limiti potenziali della scienza conoscibile”.

Nelle parole del premiato:

Il reale è fisico o non fisico?… Io mi chino sulla fisica fondamentale qual è oggi, quella degli atomi e delle particelle. Entrando nel dettaglio del formalismo matematico che la sottende, lo vedo interamente fondato sulle nozioni di “preparazione dei sistemi” e di “misura degli osservabili”. Osservo che tali basi sono antropocentriche. Cerco se qualcuno è riuscito a sostuirle con altre che non lo sarebbero. Constato che nessun tentativo in tal senso è convincente. E penso quindi poter congetturare che la fisica fondamentale non sa descrivere fedelmente una qualsiasi realtà in sé. In altri termini, in reale in sé, che è dotato di un senso, è velato: almeno io lo credo.

Strano come certi fisici “credono” di poter dimostrare che una realtà da loro studiata sia la realtà. E per di più che un concetto utile  – l’interferenza dell’osservatore umano –  per formalizzare una teoria sia il criterio universale per decidere della conoscibilità o meno del mondo reale.