Diario evo-devo-gastro-meteo

Lunedì sera a Bologna, Giovanni Cristofolini ci porta a cena da Serghei (non credo sia costoso, pochi posti però, occorre prenotare anche un lunedì sera di pioggia, tortelli di ricotta sensazionali e anche quello di carne che ho scambiato con Giovanni).

Martedì, Bologna-Trento
Al mattino, l’aula è piena di studenti universitari, faccio un sondaggio in apertura dei lavori, ma nessuno crede che la teoria dell’evoluzione sia una bufala, quindi passo la parola a Barbara Continenza, storica della scienza alla Sapienza sulle interpretazioni diverse date alla teoria fino a metà Novecento.

Poi Luca racconta il suo viaggio sulle tracce di Darwin e l’ipotesi del diluvio secondo FitzRoy, il capitano della Beagle, il quale – diluvio – sarebbe avvenuto anche in America Latina, lo aveva dedotto – FitzRoy – dalla conformazione di rocce e ghiacciai.

Colazione leggera, c’è anche Marcello Buiatti, Alessandro “devo” Minelli, Olga Rickards ecc. che intervengono nel pomeriggio. Conversazione libera e critica perché vige la regola di Venter: è tutto off the record dal momento in cui arriva sul tavolo la prima bottiglia  – e unica in questo caso, i tre devono parlare nel pomeriggio.

Quando usciamo è arrivato il sole e resta finché visitiamo la mostra dell’orto botanico dove sono state sistemate le piante studiate da Darwin. Nella serra grande, insieme alle sue amate orchidee c’è la stella del Madagascar, Angraecum sesquipedale, dai lunghissimi filamenti con in fondo il nettare. Da questi, Darwin aveva previsto l’esistenza di una farfalla impollinatrice; a) notturna, perché il fiore profuma di notte, e b) con una proboscide avvolgibile di una lunghezza analoga a quella dei filamenti. Infatti la farfalla – Xanthopan morgani praedicta – è stata scoperta ai primi del Novecento.

Una serra più piccola contiene piante europee carnivore (per capire se reagivano a segnali chimici o meccanici, Darwin aveva provato con il brodo di carne e aveva funzionato). Mangiano dalle foglie fatte a tubo con un coperchio in cima, che si richiude sulla preda, o a forma di tagliola.

E dai fiori? chiedo a Cristofolini. No. Gli credo, ma sono delusa. Da piccola avevo letto di un esploratore che quasi perdeva la testa chinandosi ad annusare una corolla che si chiudeva con uno scatto, per fortuna scattava anche lui e dentro restava solo il suo casco coloniale, ne conservavo un bel ricordo. Per consolarmi, mi regala Il giardino di Darwin, il libro che accompagna la mostra.

La maggior parte dei botanici presenti sono pro-Amborella (vedi post precedente).

Trento
Puntuale alle 21, ma l’aula Canestrini è strapiena dalle 20.30, divertente conferenza di Piergiorgio Odifreddi al Museo tridentino di scienze naturali, con Maurizio Nichetti che dà il via al FilmFestival.

Come previsto dal rassegnato direttore, Michele Lanzinger, al momento canonico delle domande, intervengono due progettintelligentisti. Uno giovane per il quale gli scienziati sono nati dal seme del Demonio e corrompono l’anima della specie umana, incitandola alla lotta darwinista e cruenta per la sopravvivenza; poi inventandosi menzogne tipo che l’AIDS sarebbe dovuto a un virus che nessuno ha mai visto con i propri occhi e quindi non esiste, fa bene il Papa a sconsigliare l’uso del preservativo ecc.

Piergiorgio ribatte che a) la specie si dedicava alla lotta cruenta prima di Darwin e b) avendo anche una cultura non è obbligata a comportarsi secondo natura, ma è proprio la Chiesa a invocare lo stato di natura per discriminare chi praticherebbe il sesso “contro natura”.

Un signore attempato cita Einstein il quale avrebbe condannato la teoria di Darwin (al solito, la citazione è fuori contesto, inesatta e ripresa da uno dei soliti siti dell’estrema destra creazionista) la quale avrebbe ispirato l’eugenetica dei nazisti. Invece lo sterminio derivava, come si sa, da una pratica agricola millenaria che consiste nell’estirpare la razza inferiore per far posto a quella prescelta. Insomma la solita imbeccata dei creazionisti americani. Cena tardi, con Piergiorgio che deve alzarsi presto l’indomani per tornare a Torino.

Mercoledì, Trento
Nella parte libri del FilmFestival si parla di api con Mauro Gobbi e nel pubblico qualcuno pensa che la loro scomparsa sia da attribuire ai campi elettromagnetici, cerco di spiegare perché i ricercatori lo escludono. Poi tempo libero, con Giulio che sta per laurearsi in matematica e fa parte del gruppo che protesta per i tagli all’università, visita di Trento e vari piaceri gastro-turistici. Il tempo è splendido.

Giovedì, Trento
Conferenza sul viaggio e le parole per dirlo, organizzata da linguisti ispanicici dell’università, con una mattinata più dedicata al linguaggio e ai generi. Nella prima metà del pomeriggio sono nella sessione con due antropologi, Marco Aime di Genova che parla dei paradossi del turismo (mi vien in mente Luca Novelli, in Patagonia la gente a cui chiedeva di Darwin, non sapeva chi era e gli raccontava invece di Chatwin…) e Duccio Canestrini – discendente del Canestrini, conferma, e infatti gli somiglia – che fa un’intervento sonoro in cui brani letterari sul tema del viaggio sono recitati e missati a canzoni.

L’unica cosa forse intelligente che dico sui viaggi scientifici – di Humboldt, che ispira Darwin che ispira la spedizione del Challenger che ispira quella attuale del Sorcerer II mentre per interposte protesi andiamo nel sistema solare e oltre, è: perché l’Impero ispano-austro-ungarico non ha prodotto nulla di scientifico? Jordi Canals promette di pensarci, e alcuni prof del pubblico fanno ipotesi sulla missione solo evangelizzatrice degli spagnoli fra le popolazioni inferiori del Nuovo mondo.

Venerdì, Milano
Tempo incerto, scrivo il pezzo sulla Settimana della terra – in realtà sul Kingyonia dunjeesuni (si chiama così da lunedì scorso) – per il Sole di domenica e  vado all’incontro “Fuori dal coro”, in streaming video, di Ventiquattro per il numero speciale curato da Antonio Marras.

Da domani finita la manif, torno a pantofolare con le riviste arrivate nel frattempo.
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