Attenzione: caduta metafore.
Sulle Physical Review Letters, Hans Lignier e Oliver Morsch dell’Istituto nazionale di fisica della materia-CNR a Firenze, Alessandro Zenesini, Donatella Ciampini e Ennio Arimondo dell’università di Pisa, scrivono di aver inventato un sistema per tenere “gli atomi al guinzaglio”.
In fotonica applicata alla materia fredda o ai condensati di Bose-Einstein, con dei fasci laser riflessi da specchi si costruiscono “cristalli di luce”, come tante trappole o pozzetti per atomi. Solo che gli atomi tendono a dileguarsi approfittando dell’effetto tunnel. Morsch et al. avevano già mostrato l’anno scorso come impedirne la fuga facendo vibrare i pozzetti. Adesso sono riusciti ad allungare o accorciare il guinzaglio, a trattare gli atomi con delicatezza e a concedere loro una libertà vigilata, modulando la vibrazione invece di assestarla come una botta.
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L’articolo era uscito il 19 marzo (qui per i non-abb.) e malgrado il titolo “Controllo coerente delle onde di materia vestite”, me l’ero perso. E poi è una fisica difficile da divulgare. Ma tre giorni fa m’è arrivato un com. stampa che ci prova. Per le sue trappole Morsch prevede applicazioni – non al quantum computing, ma è l’autore di Quantun Bits & Quantum Secrets e sospetto che abbia già in mente qualche esperimento – e aggiunge nuove metafore.
Le chiama “ragnatele di luce” e prosegue:
“Questi cristalli di luce (…) rendono possibile studiare teorie ed effetti inaccessibili al calcolo al computer, come quelli legati ai superconduttori funzionanti a temperatura ambiente. Sono simulatori quantistici, e adesso diventerà molto, molto più semplice usarli e configurarli a piacere, cosa che ha un valore enorme per i fisici.” E detta in un modo più leggero? ”Immaginiamoli come vere e proprie scatole di uova, e le uova sono le particelle che noi intrappoliamo nella luce. Quello che abbiamo scoperto è che, scuotendo le scatole, invece di fare una frittata, sistemiamo tutte le uova nel modo voluto.”