Tivù per ratti


Stimolante?
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Nature pubblica gratis – se il tema interessa scaricare subito il pdf, giovedì non ci sarà più – l’articolo Media reseach: black box di Jim Schnabel. Passa in rassegna i problemi delle ricerche sui media, in primis televisione e internet, e i loro effetti sullo sviluppo dei bambini e sulle comunità.

Da un lato, i finanziamenti scarseggiano, dall’altro i risultati negativi che vengono pubblicati non modificano le abitudini perché i media fanno già parte della vita di tutti e nessuno ne fa a meno (anche gli ingegneri leggono La Gazzetta dello Sport, scrive Weissbach a proposito di un post precedente). Oltre a considerazioni così, forse un po’ scontate, ci sono ipotesi di ricerca che sarebbe un vero peccato lasciar perdere.

Per es. quanto tivù e internet distolgono dalle interazioni con gli altri membri del gruppo sociale? Passare ore seduti davanti a uno schermo favorisce l’obesità e altri malanni della nostra “civiltà”? Nei bambini provoca assuefazione, disturbi dell’attenzione, abitudine alla violenza e lesioni al senso morale o al contrario sviluppa qualche funzione cognitiva?

Il parallelo è con le ricerche sul fumo passivo, che hanno cambiato l’atteggiamento collettivo. Non si poteva sperimentarne l’effetto sui bambini, ma sugli animali sì e a Dimitri Christakis, prof. di pediatria all’università del Washington, è venuta un’idea:

Quest’estate, inizierà a sperimentare l’esposizione ai media sul modello-roditore, comparando i ratti allevati in un “ambiente iperstimolante” di suoni e luci che cambiano velocemente, ad altri allevati in un ambiente tranquillo e cercherà variazioni in termini di attenzione e di assuefazione. “Gli studi sugli animali hanno i loro limiti,” dice, “ma anche i loro vantaggi perché l’animale si può controllare totalmente. E consentono di scavare, per così dire, fin dove non si potrebbe mai andare con esseri umani.”

Sarei curiosa di vedere il protocollo, quali immagini e suoni proietterà e con che cosa cliccheranno i ratti per cercare video in rete.