La diabrotica, le api e le tre sorelle


Ieri sera al mulino, prima di me lo spettacolo era la ruota in funzione, che macinava granturco. Davvero “l’altro oro delle Indie” occidentali, come pare che Colombo lo abbia presentato alla regina Isabella.

S’è parlato molto della diabrotica (foto sopra), arrivata dalle Americhe e presente ovunque si coltivi il granoturco. Gli agricoltori italiani non hanno potuto usare sementi “conciate” con i neonicotinoidi che sono efficaci, sospesi a settembre per un anno dal ministero della sanità perché danneggiano le api.

Ma è soprattutto la primavera piovosa a favorire la diabrotica, ho l’impressione. Secondo alcune delle persone presenti, l’insetticida spruzzato per debellarla avrebbe già ucciso galline, fagiani, conigli e un cane, e creato problemi respiratori ad alcuni braccianti (infatti alcuni insetticidi danno reazioni allergiche, naso che cola, catarro ecc.) Un agricoltore ha obiettato che ha la casa in mezzo ai campi di mais e sta benone, applica il dosaggio minino come tutti, anche perché il prodotto costa.

E’ possibile che un’insetticida sia letale per i mammiferi? Big Agropharma non brilla per scrupoli, intrappolato per un po’ sotto lo spruzzatore un coniglio potrebbe restarci secco. Ma nell’Unione Europea, il produttore deve dimostrare la nocività mirata solo al bersaglio e uno o due insetti simili.
Una moria di animali è poco probabile, non è successa in Svizzera, Francia, Germania, perché in Italia? Ho suggerito di portare i cadaveri all’ASL, di esigere un post-mortem e dalle autorità locali provvedimenti altrettanto immediati in caso di lesioni causate dall’insetticida. Alle autorità non conviene ignorare le eventuali conseguenze per la salute dei lombardi, presumo, tanto più dalle elezioni, sono in maggioranza della Lega nord e dovrebbero averla a cuore…

Gli agricoltori accennavano ai vantaggi degli Ogm, non ai loro  svantaggi. Riconoscevano che il problema nasce dalla monocultura, “ma il granoturco è l’unico che ci lascia di che vivere”, “no, che ci fa perdere meno soldi”. E conoscevano la soluzione: la rotazione  biennale così l’anno dopo le larve di diabrotica muoiono di fame. Meglio ancora triennale: granoturco, grano, erba medica, con il vantaggio di reintrodurre un po’ di nutrienti nel terreno depauperato. O “las tres hermanas”  dei popoli mesoamericani: mais, fagioli, cucurbitacee tipo zucchina. Anche perché i prodotti contro la diabrotica uccidono le api.

– Non conosco contadini ricchi, dicevo io.
– Già. Io l’erba medica la pianterei se potessi farci pascolare le mucche, ma prenderei 0,25 euro al litro di latte, non ci starei dentro, concordava un signore.
– Io ne conosco, diceva Marco Zappalaglio di Piccolo Parallelo, l’organizzatore del festival, ma solo grazie a sovvenzioni europee e attività collaterali come l’agriturismo.
– La gente mangia meno granoturco, dicevo io.
– Non è vero, diceva un signore del pubblico, pop corn, chips, salatini, dolcificanti dove li mette?
Giusto. Volevo dire che mentre il riso – l’altra produzione alimentare quasi pari per tonnellate annue – è destinato a sfamarci, metà del mais mondiale è dato ad animali che, polli a parte, sono onnivori o erbivori. E quasi tutta l’altra metà finisce trasformato nell’industria alimentare, con un plus-valore che non torna ai contadini.

Come sempre, si sarebbe rimasti a discutere fino all’indomani.

Aggiunta a Ti pAreva:
Con Filter e Mazzetta si diceva del costo reale, e ignoto, del kw/ora da energia nucleare, a proposito delle centrali in costruzione in USA. Agli interessati, segnalo questo rapporto dell’Union of Concerned Scientists.