Il 13 ottobre pensavo che Syngenta finanziasse ricerche sul declino delle api inglesi, anche tenuto conto dei neonicotinoidi. Stefano Maini mi segnala un altro fatto “interessante”: non c’è traccia di fitofarmaci nel comunicato stampa dell’università Warwick, recipiente di una fetta del milione di sterline in arrivo dal Consiglio britannico per le bioscienze di cui centomila da Syngenta.
L’omissione ha interessato George Monbiot del Guardian. Ha sentito il ricercatore che si occupa della parte sperimentale del progetto, il quale ha confermato che non è previsto niente in materia. E Monbiot s’è chiesto perché tirar in ballo Syngenta per una somma così modesta, come mai ci sono tanti rappresentanti dell’industria nel Consiglio in questione, e in generale se non sarebbe meglio evitare anche l’apparenza di un conflitto d’interesse.
Al che nei commenti la principal investigator del progetto (J. Osborne, 14 Oct 09, 7:02pm) ha scritto che nel progetto c’è una parte sperimentale e una teorica. L’assenza di esperimenti appositi
non vuol dire che ignoreremo i pesticidi. I modelli useranno informazioni su tutti i fattori di stress che sono stati studiati nei grandi insiemi di dati a nostra disposizione. Molti di questi sono studi di mortalità delle api in cui l’esposizione ai pesticidi è compresa fra i fattori potenziali.
In realtà esistono centinaia di ricerche europee sulle morie causate dai neonicotinoidi. Stefano Maini, Pasquale Trematerra & Co., sareste così cortesi da mandare una bibliografia a J. Osborne?
Poi Andrew Coker di Syngenta (16 Oct 09, 3:57pm) ha ribadito i vantaggi dei pesticidi, la totale libertà di pubblicare concessa dall’azienda ai ricercatori, e ha aggiunto:
Anche laddove i neonicotinoidi per la protezione dei raccolti sono stati ritirati, come in Francia tra il 1999 e il 2004, il declino delle api è continuato.
In realtà ha portato al ritiro di altri neonicotinoidi e alle fine di morie conseguenti alle semine di cereali “conciati”. Stefano Maini, Pasquale Trematerra & Co., sareste così cortesi (bis)?
p.s. Non si nota, ma il blog ha cambiato indirizzo e formato. Adesso ci sono tags, trackbacks e altre robe che cercherò di usare a proposito. Come al solito “se sbalio, corrigetemi”.