Salvatrice di pennuti e pennivendoli


Fonte.
A Venezia ieriIlaria Capua ha ricevuto il premio Grande Ippocrate per il medico dell’anno, essendosi “distinta oltre che per la qualità della sua ricerca anche per l’attenzione alla comunicazione con i media”. E’ una medaglia su un petto più decorato di questo, ma la bella notizia è che Ilaria C. è tornata dagli Stati Uniti come aveva promesso. Eppure ai  CDC di Atlanta le avevano chiesto di rimanere almeno un anno, vista l’espansione spronata dallo stimolo fiscale.

Lei insiste sulla distinzione tra “servizio pubblico” e interessi privati, e non ha mai voluto partecipare a start-up, spin-off e simili. Démodée? Forse, ma saggia per quanto riguarda la “comunicazione verso i media”. Noi cronisti tendiamo a fidarci maggiormente di chi non ha niente da vendere. Tendiamo, ripeto. Io per dire mi fido di Rino Rappuoli da molti anni (a proposito: grazie del libro, Doc).

Fidarsi?
Albert Osterhaus  è un grande virologo,
– dirige il grande lab di virologia umana all’Erasmus di Rotterdam,
– presiede lo European scientific working group on influenza con forte partecipazione industriale per la promozione delle vaccinazioni,
– possiede molti brevetti e il 9,9% della società ViroClinics che fa analisi e test per conto di produttori di vaccini…
– è il principale consulente del ministro della sanità, quindi onnipresente sui media in questa stagione.

Alcuni epidemiologi olandesi parlano di “mafia dell’influenza” e lo accusano di allarmismo. Martin Ensenrink, per altri versi un ammiratore di Osterhaus,  riportava su Science del 16 ottobre l’opinione dell’epidemiologo Eelko Hak:

Il governo olandese incoraggia gli scienziati a creare spin-off e legami con l’industria, ma l’idea suscita disagio nell’opinione pubblica. “E’ tipico degli olandesi farne tutta una storia,” dice Hak, che si preoccupa per le ricadute dell’affaire. I Paesi Bassi hanno sempre avuto tassi di vaccinazione altissimi, ma una recente campagna contro il papillomavirus umano che causa il cancro della cervice, è fallita per via della diffidenza del pubblico nei confronti delle autorità sanitarie. “Il brouhaha attorno a Osterhaus è un altro colpo”.

E’ tipico degli olandesi, e anche degli italiani che in altri contesti tollerano benissimo i conflitti d’interesse. Con la salute non si scherza, con lo stato sì?

OT di poco
A proposito di comunicazione e media, su Climalteranti Stefano Caserini si chiede se è giusto usare il termine “negazionismo” nel caso di quelli che negano l’effetto serra dovuto alle nostre emissioni di CO2 e altri gas. Ci ho pensato. Risultato: non ne sono sicura perché in italiano e in francese mi suscita una resistenza. Tipica di una sciovinista intollerante verso i neologismi mutuati dall’inglese?