Sotto la “Colla a interruttore”, Mazzetta segnala l’ultima impresa della Darpa, l’agenzia del Pentagono che promuove ricerche ad alto rischio di fallimento, tipo la bomba gay insignita con il premio Ig Nobel per la pace. Dall’anno prossimo finanzia con 6 milioni di dollari, noccioline, il progetto BioDesign che servirebbe a programmare organismi capaci di vivere a tempo indeterminato. Certi batteri ci riescono da quando la loro prima cellula s’è divisa in due, circa 3,8 miliardi di anni fa, ma gli organismi della Darpa dovrebbero anche superare
the randomness of natural evolutionary advancement
Difficile, scrive Katie Drummond su Wired, in natura l’evoluzione non è per niente random. Né avanza verso una destinazione, aggiungo io, semmai adatta a nuove circostanze, a cambiamenti esterni né programmati né programmabili negli organismi.
Una volta mandati a danneggiare il nemico, c’è il rischio che sbaglino il bersaglio o disertino, o che il nemico se ne impossessi e li rimandi al mittente magari con dentro un programmino a sorpresa. Quindi occorre
develop strategies to create a synthetic organism “self-destruct” option to be implemented upon nefarious removal of organism.
Non a caso l’optional del suicidio è chiamato “missionary switch”. Serve a interrompere la missione nel caso di rimozione nefanda degli organismi, una nefandezza ingiustificata dalla loro introduzione fatta per pura beneficienza, ovvio.
Potrebbero essere di qualunque specie, dal granoturco ai trifidi, ma si partirà dai procarioti. Nel romanzo di Michael Chrichton, l’optional è inserito nel batterio Andromeda che se ne libera alla quarta generazione, mica scemo.
Svista sull’evoluzione a parte, niente da ridire. Sono tutte cose che hanno applicazioni civilissime in medicina come in agricoltura. Da anni si fanno ricerche sulla stabilità/instabilità dei geni. Su come impedire la perdita di una funzione “programmata” attraverso una modificazione genetica, per esempio che l’Escherichia coli ingegnerizzata per produrre insulina umana muti sul più bello e il suo prodotto pure. Durante la sua evoluzione se l’è sempre cavata senza quella funzione, non ha motivo di conservarla e procede come Andromeda.
Idem per i meccanismi molecolari della longevità e dell’apoptosi e su quelli che le regolano entrambe. Una volta scoperti, si proverà a inserirli in un batterio sintetico come il Micoplasma laboratorium brevettato da Craig Venter.
E qui, forse dispiacerà a Mazzetta, la penso come i militari. Prima di mandare un organismo del genere in missione – a tappare con biomastice un polmone perforato, catturare l’allumina del suolo nelle radure coltivate della selva Lacandona, terraformare Marte ecc. – preferisco che abbia l’interruttore incorporato e io il telecomando.
Altre letture per il Pentagono (poscritto dell’11.02)
Nature fa un bilancio di dieci anni di ricerca in biologia dei sistemi sintetici e Roberta Kwok passa in rassegna le difficoltà. Gratis e affascinante.