Bruce Chassy dell’univ. di Urbana-Champaign e David Tribe dell’univ. di Melbourne hanno creato il sito Academic review per difendere le biotecnologie in generale e gli Ogm in particolare. La loro prima battaglia è contro Genetic Roulette di Jeffrey Smith, già autore di Seeds of Deception, autore un tantino allarmista va detto, al quale rimproverano l’assenza di credenziali e di documentazione peer-reviewed.
Secondo i due accademici, gli Ogm giovano agli animali, umani compresi, e all’ambiente. Fanno critiche giuste: la ricerca di A. Pusztai (citata da Smith e peer-reviewed…) sui ratti ai quali le patate transgeniche facevano venir il mal di pancia è stata screditata, perché una dieta a base di sole patate crude fa sempre male, che siano transgeniche o meno.
Quanto a cherry-picking però, gli accademici non hanno nulla da invidiare a Smith come si vede per es. nel capitolo sul fattore di crescita bovina. Intanto non lo chiamano così ma rBST, la sigla di somatotropina bovina ottenuta, per ricombinazione del Dna, dall’Escherichia coli. E nemmeno Prosilac, il marchio sotto il quale Monsanto lo produceva dal 1994.
(Data l’ostilità di allevatori, grossisti e dettaglianti, ha ceduto il Prosilac a una filiale della Eli Lilly due anni fa. In Usa la vendita è ancora autorizzata in 50 stati, e Monsanto continua a finanziare un’associazione che lo propaganda, ma è un compito ingrato. Persino Wal-Mart è contro!)
L’ormone è stato vietato nell’Unione Europea nel 2000, e poi altrove, ma gli autori non citano neanche una delle ricerche sui danni alla salute delle bovine che hanno portato ai divieti, bensì precedenti decisioni della Food and Drugs Administration. La ciliegia è un unico paper peer-reviewed, nella rivista di un’associazione legata a doppio filo all’agri-business e scritto da ricercatori della Monsanto e da Terry Etherton della Penn State University, noto propagandista della somatotropina per cani bovini e porci.
Come Smith in Genetic Roulette, Chassy e Tribe si occupano principalmente del cibo derivato da Ogm e parlano dell’evoluzione di una resistenza agli antibiotici ma dei nostri batteri, non degli organismi in natura (correzione: in giro nella natura, e non dentro di noi). Così vantano i meriti del cotone transgenico, ma trascurano gli effetti della selezione naturale.
Il cotone Bollgard di Monsanto ha una tossina del Bacillus thuringiensis che doveva proteggerlo dai bruchi delle varie farfalline infestanti. In realtà, queste evolvono resistenza in America nel 2006 (H. zea e H. armigera) come in Cina nel 2007 (H. armigera). E l’anno scorso nel Gujarat (Pectinophora gossypiella Saunders), s’è appreso da un comunicato di Monsanto.
La resistenza “è naturale e attesa”, dice l’azienda dopo aver giurato il contrario per vent’anni, e poi è colpa dei contadini che non piantano zone rifugio con cotone non transgenico (come se avessero terreni e soldi da regalare ai lepidotteri). E comunque quelle erano sementi di vecchio tipo, dal 2006 c’è il Bollgard II, ha 2 tossine Bt e costa il doppio.
Per i produttori di Ogm, la selezione naturale garantisce ottimi affari.
Metto anche qui i link per Pietro M., magari servono ad altri. Sono per gli Stati Uniti, dove i dati ci sono, e da più tempo:
– aumento dell’uso di erbicidi e pesticidi, rapporto UCS 2004
– problemi per gli agricoltori nel mondo reale, Philpott 2009
– resa comparata di semi gm e tradizionali, rapporto UCS 2009
– pubblicità Monsanto, stesso anno.