Così Raymond Pierrehumbert chiama due (continua qui) dei tre autori selezionati per il premio internazionale Dunning-Kruger 2010. In ordine alfabetico:
:Allègre, Claude, L’imposture climatique ou la fausse écologie,
geochimico, ex ministro per l’educazione e la ricerca, per meglio accusare di falsificazione la comunità dei climatologi ne falsifica i dati, come nel volume precedente “La mia verità sul pianeta.” La comunità si lamenta con l’attuale ministra Valérie Pécresse che chiede all’Accademia delle scienze di occuparsi del caso, e nomina il climatologo Jean Jouzel a capo del Consiglio per la scienza e la tecnologia, come segno di fiducia del governo nella categoria. (Dettagli in lingua originale):
Courtillot, Vincent, Le nouveau voyage au centre de la Terre
geofisico noto per aver fatto uscire in una rivista scientifica di cui era redattore alcuni papers – scritti da lui e amici tra cui l’Allègre – sugli effetti climatici del Sole e del campo geomagnetico, che contenevano errori grossolani. Visto che il globo è detto “terrestre”, Courtillot ignora gli oceani o l’atmosfera;
Rittaud, Benoît, Le mythe climatique
matematico, neofita in materia di clima, storia e filosofia della scienza nonché tout court, il suo motto è “delendum est Giec” (Giec= Ipcc in francese). Traduce con zelo Watts, McIntyre & Co in stile laboriosamente popolare. La sua ignoranza sorprende Jean Jouzel, il climatologo di fiducia del governo, credeva l’educazione superiore lo fosse davvero.
Nella categoria “meteorologi”, i weathermen delle televisioni statunitensi sono in vantaggio sui colonnelli nostrani. I meteorologi non telegenici sono esclusi dal premio per alto tradimento: l’anno scorso hanno premiato James Hansen.
La débâcle continue
I cavalieri della Terra rotonda hanno fatto a fettine il preferito dai casalinghi Nicola Scafetta e il fido scudiero Wilson; l’economista McKitrick; il ragionier McIntyre e il trio McLean, de Freitas & Carter. Ma un cavaliere nero non s’arrende.
OT
Sul blog dell’enciclopedia delle donne, ho messo l’indice del gender gap. Se avete idea di come mai l’Italia è al 72mo posto, su 134, possiamo parlarne lì. Quando torno – adesso vado a Roma per il cons. naz. WWF.