Esternazioni nucleari


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Domattina a Radio pop, dibattito tra Chicco Testa (Enel, ex-Legambiente) e Andrea Poggio (Legambiente). Ne discutiamo un po’ perché sui quotidiani si parla dei primi ministri Putin e Berlusconi, di ricerche italo-russe su centrali di IV generazione, e di costruzione che in Italia inizierebbe entro il 2013, ma con pochi dettagli tecnici. Presumo che il modello preferito dall’Italiano sia sempre l’EPR di Areva, un bidone che doveva produrre elettricità nel maggio 2009 e forse lo farà nel 2012.

Visti i costi umani e ambientali di carbone e petrolio (rif. Appalachi decapsulati e golfo del Messico) non ho niente contro il nucleare. Mi basterebbe una centrale collegabile a una smart grid, paficista e democratica (femminista se c’è):

– di 3 m. x 5  x 1,5 massimo e venduta a rate,
– che costi meno di una pala eolica o di un tetto solare,
– usi solo combustibile proveniente da testate dismesse,
– ricicli in loco fino all’ultima scoria radioattiva,
– sfrutti ogni grado di calore dal proprio sistema di raffreddamento invece di buttarlo via, sono per il risparmio energetico,
– non arrivi mai sotto la soglia di criticità, ma si spenga, si ripari e si riavvi da sola, non sono per il bricolage,
– chieda una manutenzione ogni dieci anni e sia garantita per durarne cinquanta.

Così me la metto in cantina e per arrotondare la pensione ricarico le auto elettriche.

I pro-nucleari senza se e senza ma
Sotto il titolo “Allarmismi esagerati”, il direttore dell’Istituto nazionale dei tumori di Aviano Umberto Tirelli afferma:

Una sola centrale nucleare toglie dalla strada ogni anno 3 milioni e mezzo di macchine.

In Francia l’ultima macchina s’è estinta trent’anni fa?