Ospitalità sarda

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Giovedì mattina api con i bambini di una scuola, pomeriggio biodiversità contro monocoltura con gli adulti all’università, e venerdì mattina biodiversità locale, straniera e divertente con i ragazzi di un liceo.

Accoglienza principesca come sempre di Tore S. – uno degli autori di Limbas e Culturas de Minoria. Sabato mattina vento e sole, andiamo a Capo Caccia, tutto fiorito di iris che pare si chiamino anche gigli dei poveretti.

Rientro carica di regali, Falesie di Bruno Manunza – sul suo sito, ci sono molte foto, da non perdere quelle di orchidee – e Tore ha saccheggiato la dispensa delle sorelle: vasi di marmellate di arance, di limoni, miele di corbezzolo. Scendono dall’aereo indenni.

Da un po’ non vedevo Quirico Migheli, specializzato nel controllo biotech dei fitopatogeni; a sorpresa aveva dimostrato che il Pichia fermentans, un lievito usato per proteggere le mele dalla ruggine Monilinia fructicola, rovina le pesche, un comportamento da Jekyll & Hyde cui allude il titolo del paper.

E’ noto soprattutto per i lavori sul Fusarium oxysporum e muffe imparentate, insieme al suo “socio” Virgilio Balmas. Un giorno a Cagliari, racconta, gli era sembrato che un ceppo avesse infettato le palme, ha raccolto un campione, rientrato in laboratorio l’ha analizzato e ha mandato il risultato al sindaco di Cagliari con il consiglio di non potare le piante come al solito, sarebbe solo servito a spargerlo.

Dopo un lungo silenzio, gli è arrivata una lettera che lo diffidava dal raccogliere campioni in città e lo accusava di “fare allarmismo”. Quasi avesse scritto alla Nuova Sardegna.
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Chissà se ci prendiamo i patogeni delle piante, dico io, visto che si parla spesso di zoonosi e mai fitonosi. Ho uno scoop per te, risponde. Mi spiega che una settantina di specie di Fusarium causano problemi, non gravi, salvo in pazienzi con problemi immunitari. Sul Journal of Clinical Microbiology del mese scorso ha pubblicato il primo caso di una micosi da Fusarium guttiforme contratta dagli ananas – metto la foto del frutto infetto, così se ci vedete tracce rosa lo evitate…
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Agro-diversità minimale
A complemento dell’articolo di Nature sulla siccità nello Yunnan – il sud-ovest tropicale – Salvatore Ceccarelli dell’Icarda mi manda un paper uscito a novembre su PLoS One. Da esperimenti compiuti nello Yunnan su oltre 15 mila ettari, risulta che le monocolture hanno rese molto inferiori a quelle miste due a due nello stesso campo, o a rotazione. Era già stato verificato per il riso, scrivono i ricercatori cinesi, abbinando una varietà alta a una bassa per esempio, e ora le risaie miste coprono 1,57 milioni di ettari.