Mezzi di trasporti

Love & war molecule
L’ossitocina, si sa, è l’ormone dell’amore materno, della monogamia, del legame sociale e altre bontà. Perciò si pensava che fosse esclusivamente femminile, poi s’è capito che pure i maschi ne producono – molto meno.

Chi la emana ispirerebbe  fiducia tant’è che la Vero Labs la vende in spray come integratore di carisma con il marchio Liquid Trust e lo slogan “Trust is  Power”.

Per studiarne l’effetto, Karsten De Dreu et al.  hanno fatto tre esperimenti con “studenti maschi sani” nel cui naso hanno spruzzato ossitocina – di un’altra marca – o un placebo. Risultato oggi su Science: l’ormone accresce (un po’) il legame di gruppo e la cooperazione con i suoi membri, ma anche l’aggressione preventiva verso il gruppo di estranei. Favorisce un “altruismo provinciale”, come dice il titolo del paper.

Holly Arrow, ricercatrice in psicologia della guerra, dice a Greg Miller che il neuropeptide “potrebbe legare gli uomini tra loro e prepararli a difendere il gruppo”.  Vorrebbe che gli esperimenti fossero riprodotti con delle donne, per vedere se reagiscono allo stesso modo. Lo escluderei, noi siamo altruiste senza frontiere.

Yacht
Dopo decine di tentativi falliti, Ikaros ce l’ha fatta: la sua vela, una sottile membrana di celle fotovoltaiche, s’è aperta e tra poco andrà come un treno, accelerato dai fotoni del Sole. L’Agenzia spaziale giapponese dice che è solo un piccolo prototipo dimostrativo. Per ora. Domani yacht spinti dal vento solare veleggeranno verso Proxima Centauri, come Freeman Dyson immaginava in Turbare l’universo? E prima ancora, da un’orbita stabile tanti Ikaros manderanno corrente elettrica nelle città giapponesi?

Foro scientifico competente:
La Psychopathy CheckList-Revised (PCL-R), un test usato dai tribunali per concedere o no libertà condizionata, è stata inventata nel 2003 dal canadese Robert Hare per diagnosticare la gravità di disturbi antisociali della personalità con un punteggio da 0 a 20, in base a 20 fattori. Hare riceve diritti d’autore per ogni test, e fa pagare i corsi in cui insegna a usarlo e a interpretarne i risultati. Jennifer Skeem, dell’univ. California-rvine, e David Cooke, dell’univ. Glasgow, hanno scritto un paper critico che doveva uscire su Psychology Assessment nel settembre 2007. Qualcuno della rivista l’ha mandato a Hare che ha minacciatogli autori di un processo per diffamazione e danni finanziari. Dopo controlli e ritocchi marginali, il paper non usciva lo stesso. Per timore di “turismo legale”, che Hare facesse causa in Inghilterra, dov’è facile vincerla, secondo Tim Wogan di Science .

Sull’International Journal of Forensic Mental Health, Norman Poythress e John Petrila sono andati giù pesanti: quella minaccia ostacola le ricerche sulle psicopatie; magari spinge gli avvocati a rigettare i risultati del test dicendo che la pubblicazione dei suoi difetti è censurata;

colpisce al cuore della peer-review, potrebbe avere un effetto deleterio sui valori essenziali alla libertà accademica e impedire la valutazione scientifica di varie teorie, modelli e prodotti.

E il paper di Skeem e Cooke è stato pubblicato (particolari e link da Karen Franklin).

Identità genetica
Gil Atzmon et al. del gruppo di Harry Ostrer sull’American Journal of  Human Genetics e Doron Behar et al. anticipati ieri su Nature dimostrano che gli ebrei delle tre grandi diaspore, dell’India e dell’Etiopia, hanno più varianti genetiche in comune che con gli abitanti dei paesi in cui sono emigrati. Anche se aschenaziti e sefarditi hanno dosi abbondanti di Dna europeo, come gli ebrei orientali somigliano di più ai drusi e ai ciprioti, a indicare una stessa origine geografica. Commenti  su Science.

Modello ottimista
Cina e India potrebbero mettersi d’accordo sul loro confine invece di farsi la guerra ogni tanto. I ghiacciai dell’Himalaya che si contendono forniscono il 40% del flusso del Brahmaputra e del’Indus, ma solo il 10% del Gange, e l’8% dello Yangtse e del fiume Giallo, alimentati soprattutto dalle piogge, scrivono Walter Immerzeel et al.

Nel loro modello i primi due, e l’agricoltura che ne dipende, sono i più a rischio. Gli altri tre potrebbero cavarsela e il fiume Giallo diventare meno avaro perché a monte le piogge invernali dovrebbero aumentare. Entro il 2050 tutti i bacini riuscirebbero a mantenere “soltanto” 60 milioni di persone in meno, a popolazione ferma. Ma non ci sono buoni modelli per le precipitazioni nel sud est asiatico e il margine d’errore è ampio, fanno notare gli autori.