Partita doppia

Il 26 luglio su Climate Monitor, Guido Botteri inizia “Chi ha il minor finanziamento scagli la prima pietra” citando la schizofrenia di Nash, l’ignota vita personale di Copernico, Newton magari “pagato da un bieco venditore di mele”. Non dice perché il ben retribuito direttore della Zecca dovesse lavorare per un venditore di mele né come costui esprimesse la propria biecaggine, la parola “pagato” lo richiama al tema e al dovere: difendere i prezzolati da BigOil.

Voglio dire, se si fa scienza, che c’entra se chi espone dei dati o delle ipotesi, sia pagato o meno da questo o da quello ? La verità scientifica è vera e solida di per sé, e non lo è di meno se chi la dice ha interessi suoi personali e magari poco chiari.

Per il goal sarebbe bastata una sola “verità scientifica vera e solida di per sé” ottenuta con una sola ricerca finanziata da BigOil, ma non la trova e conclude con un assist:

Basterebbe andare a vedere dove girano più soldi, finanziamenti, facilità di carriera, incentivi e via dicendo. Meglio non scoperchiare una simile orrenda pentola.

Claudio Gravina raccoglie la pentola e la scoperchia il 29 luglio con “Il più pulito ci ha la rogna”. Ha scoperto l’America sul Washington Post del 24 maggio, ed è rimasto scioccato.

Le aziende estrattrici di petrolio cercano, secondo i duri e puri (Steph, Ugo B. et al. di cui l’oca), di influenzare i think tank, i circoli, i blog e la gente tutta. Siccome nessuno di noi è proprio nato ieri l’altro, possiamo immaginare che ciò possa anche avvenire, in taluni casi.

Gli difetta l’immaginazione o è nato ieri:

L’uomo è uomo, sempre, comunque e dovunque. E proprio per questo sapete che succede? Che i duri e puri non sanno più come spiegare il seguente fatto: il gruppo ecologista che si sta battendo molto il petto in queste settimane, Nature Conservancy (lol), è imbarazzante dirlo, ha accettato (negli anni passati) ben 10 milioni di dollari da… Babbo Natale? No, dalla BP! Ma attenzione. Sapete qual è stata la prima spiegazione fornita (cioè dal 1951): “Noi di Nature Conservancy siamo pragmatici, solo collaborando con le grandi multinazionali si può puntare ad un vero cambiamento”.

Non è certo “imbarazzante” per Nature C., ne va fiera da 60 anni. Che sia un lapsus?

Ho passato un po’ di tempo a leggere i commenti all’articolo del WP. E’ davvero interessante leggere come i finanziatori (intesi come il milione di iscritti o come le “grandi multinazionali”?) di quel gruppo ambientalista arrivino a giustificare il “rapporto” con BP (e con Shell, DuPont, Arco ecc.), perchè è l’unico modo per poter collaborare ad un progetto futuro di salvaguardia (è il capitalismo, baby).

Non era un lapsus, solo carenza d’informazione.

E se invece quei soldi li avessimo presi noi? (Se “noi” sta per propagandisti dalla “CO2 fa solo bene”, ne avete presi anche di più e senza il condizionale).  Apriti cielo. Va bene, va bene, tutti abbiamo bisogno di soldi. L’importante è non voler fare a tutti i costi i moralisti o peggio gli ipocriti.

Un curiosità. Qual è il costo del moralista o peggio dell’ipocrita che mette sullo stesso piano farsi pagare per realizzare “progetti di salvaguardia” e per diffamare gli scienziati che pubblicano risultati sgraditi?

Nel vano tentativo di arrampicarsi sui vetri (cioè di vantare il fund raising di Nature C.), il presidente (Mark Tercek, ex Goldman Sachs) di questa associazione ambientalista è riuscito anche a dire che in fondo 10 milioni di dollari non sono nulla, rispetto ad un bilancio annuale che supera (eccome) il mezzo miliardo. I casi di finanziamenti dai bigolisti (qui un altro Claudio è svenuto) ad associazioni verdi sono numerosi.

Un’altra curiosità. Le “associazioni verdi” dovrebbero lavorare gratis nei progetti di bonifica, restauro, conservazione ecc. che BigOil vuole realizzare per rifarsi la facciata e risparmiare sulle tasse?

Certo, dicono loro, cercano di comprarsi il nemico (cioè di cumulare detrazioni fiscali). Un nemico piuttosto facile da raggirare a quanto pare (facilissimo quando se ne controlla il consiglio d’amministrazione). E noi dovremmo decidere le sorti del pianeta sulla volubilità di questa gente?

“Questa gente” ha già deciso.

L’amore per il pianeta e l’ambiente è una cosa seria, probabilmente non gliel’ha spiegato nessuno o peggio, se lo sono dimenticato da tempo, loro.

Il profitto è una cosa molto più seria e non se lo dimenticano mai, “loro”.