Su Nature, Samir Oshaka scrive che gli studiosi dell’evoluzione dell’altruismo e della cooperazione sociale devono imparare a comportarsi come le api.
In USA continua la ricerca del killer delle api che ancora non si son riprese dalla sindrome da spopolamento degli alveari (CCD) del 2006-2007 e La teiera segnala la “cattura del colpevole” via il New York Times dal titolo entusiasta. Jerry Bromenshenk lo conosco, l’avevo intervistato per il libro e m’aveva detto che dal 2003-2004 gang organizzati girano con le camionette a rubare arnie. Pensava che il collasso in realtà fosse iniziato da prima: i furti erano una conseguenza dell’aumento del prezzo del miele locale e tale aumento di un calo dell’offerta. QED. Nella ricerca su PLoS One non ne parla, forse ne è meno convinto.
Con colleghi dell’università del Montana e dello US Army Edgewood Chemical Biological Center, nelle arnie provenienti da zone colpite da CCD ma non in quelle sane fatte venire dall’Australia o tenute in apiari protetti del Montana, Bromenshenk ha trovato sia l’IIV6 (un ceppo del virus iridescente degli invertebrati che colpisce soprattutto le rane) che la Nosema ceranae alla quale l’Apis cerana asiatica è abituata. Da alcuni anni si diffonde nel resto del mondo dove prevale l’Apis mellifera abituata alla diarrea primaverile da Nosema apis e non all’altra. Negli esperimenti, l’iridovirus e la N. ceranae erano più letali in combinazione che singolarmente.
Non ancora la pistola fumante. Il virus israeliano della paralisi acuta è più devastante se l’alveare è infestato dall’acaro maledetto (Varroa destructor) per esempio. L’idea che in USA le api siano affette da un sovraccarico di patogeni e non riescano più a liberarsene gira dal 2007. May “Bambi” Berenbaum pensa a un misto di stress, sciroppi invernali scadenti, pesticidi, acari, muffe e virus. Ha sempre ragione, sarà così. Storicamente però, ci sono stati collassi in paesi dove la produzione di regine non era un oligopolio, le api non venivano trasferite per migliaia di chilometri sui Tir, concentrate 1,5 milioni di arnie per volta in California, due settimane dopo in Florida, due settimane dopo nel New England e via così fino ad agosto.
Mini-Ciclotrone 2 – i link
A Radio popolare domattina, biodiversità: la soluzione al 6% per le tigri, i censimenti di animali, piante, vita marina usciti per il vertice di Nagoya da 16-29 ottobre, fra i paesi, non gli Stati Uniti, che hanno ratificato la Convenzione dell’Onu sulla diversità biologica.
Se la passa male, vedi pp. 10-11, eppure va protetta, come ricchezza per tutti, non infinita però, e soprattutto per lottare contro la povertà. Più la gente è povera e più dipende da un ambiente sano e vivo per la sua sopravvivenza.
Update (grazie Mary). Il più bel libro sul tema (trovo) è Il governo dell’ambiente. La politica e il diritto per il progresso sostenibile di Stefano Nespor, Garzanti, 2009.