L'inverno che ci vuole

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Sui PNAS di ieri Haiying Yu et al. pubblicano dati sorprendenti. Hanno studiato i tempi di crescita, fioritura e morte delle piante negli altipiani del Tibet tra il 1982 e il 2006, quando la temperatura media è aumentata di 1,2 °C  nelle praterie e di 1,4 °C nelle steppe più alte. Fino al 2000 la primavera era anticipata, come in Europa e negli Stati Uniti, e i pascoli restavano verdi più a lungo. Dopo invece, la stagione è iniziata più tardi e si è accorciata di un mese nelle steppe e di tre settimane nelle praterie. Sarebbe colpa degli inverni più miti durante i quali i semi non vanno in “letargo” – per così dire – e saltano l’effetto “raffreddante” di cui hanno bisogno, come s’è visto anche in Canada, dicono altri ricercatori.
Per 15 anni i semi sono germinati prima grazie a un margine di tolleranza al caldo che poi è stato superato?

Saponi
La bufala del lavarsi fa male, comparsa ieri su tutti i giornali, l’ho messa su Oggi scienza.