Sui Proceedings of the Royal Society B, Craig Roberts et al. scrivono:
Le donne che usavano anticoncezionali orali avevano punteggi più bassi nelle misure di soddisfazione sessuale e di attrazione verso il partner, provavano una crescente insoddisfazione sessuale durante la relazione e avevano maggiori probabilità di prendere l’iniziativa di un’eventuale separazione. Le stesse donne, tuttavia, erano più soddisfatte con l’apporto paterno del partner, avevano relazioni più durature e meno probabilità di separarsi.
L’ipotesi da dimostrare è che la pillola modificando il ciclo ormonale (e gli ormoni modulando i geni del complesso maggiore di istocompatibilità e quest’ultimo favorendo la percezione corretta dell’altrui sistema immunitario), modifichi anche la selezione femminile del partner. Al picco della fecondità, vengono preferiti i dongiovanni muscolosi; nel periodo di calo i padri generosi.
Gli autori ritengono di aver scoperto nelle valutazioni soggettive di 2.159 donne con almeno un figlio:
effetti coerenti con le previsioni evoluzionistiche basate sul cambiamento delle preferenze cicliche. I nostri risultati dimostrano che la diffusione della contraccezione orale può contribuire all’esito della relazione, con implicazioni per il comportamento riproduttivo umano, la coesione della famiglia e la qualità della vita.
Le differenze sono statisticamente significative, a non voler essere pignola, ma una relazione dura o meno per migliaia di motivi, la credenza religiosa, la frequenza dei viaggi di lui o lei, chi lavora e dove e quanto guadagna e chi no, le dimensioni della casa, l’importanza dei parenti ecc. Per non parlare di quello che fa cambiare l’attrazione sessuale.
Presupporre che siano gli ormoni a farci valutare le qualità paterne e decidere una maternità porta a una conclusione altrettanto idiota: le femmine – prive di cervello oppure di ormoni che ne modulino l’attività – progettano la propria vita con le ovaie. Nell’unica specie al mondo che sta riducendo la trasmissione dei propri geni?
Ma va…
Anche se fossi un oco
Avrei da ridire lo stesso su tanto determinismo genetico e sull’evoluzione umana ridotta a pura selezione naturale come se la pillola crescesse sugli alberi. I maschi non contano, la loro valutazione nemmeno. D’altronde perché dovrebbero se sono le scelte femminili ad avere implicazioni per “il comportamento riproduttivo umano, la coesione della famiglia e la qualità della vita” ?
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