Sentimenti calorosi

Incomeiniquity-11

Reddito medio reale post-tasse in USA

“Qualunque sia la causa, i dati sono potenti perché tendono a confortare due pregiudizi. Primo, un sistema che funziona bene per i più ricchi ha, in termini di lavoro, rese deludenti per tutti gli altri. Secondo, quelli in cima si son comportati da banditi negli ultimi decenni e ora tocca a tutti gli altri pagare il conto. E’ un po’ più complicato di così, ovviamente, ma la flessione metterà alla prova i sentimenti calorosi che, in America, il 99% prova verso l’1%.” (The Economist)

On topic
Su Nature, un commento-riassunto del Foresight Report sull’emigrazione come forma di adattamento ai cambiamenti globali dell’ambiente (vedi anche Oggi Scienza); e uno di Joe Romm sulla desertificazione, il “dust bowl” nel sud degli USA, le previsioni climatiche e come “sfamare i 9 miliardi” nel 2050, e forse 9,3 secondo le ultime proiezioni Onu.

BEST, not The best
Nel quarto paper del progetto Berkeley Earth Surface Temperatures sulla prevalenza delle oscillazioni della corrente dell’Atlantico meridionale  su quelle del Nino (sottinteso: i modelli degli altri sottovalutano i fenomeni naturali), le correlazioni mi sapevano di ciclismo. A naso.

Tamino dubita che il paper superi tale quale la peer-review eppure è solo a metà della rianalisi statistica.
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Altra questione di metodo (statistico)
Che peccato, niente sorpresa per le temperature, ma più siamo e più ci si diverte, dice sornione Eric Steig in Annullato il terremoto di Berkeley. Sempre da Real Climate, spiegazione per noi gnurant e/o non abbonati ai PNAS di “Increase of Extreme Events in a Warming World”, di Stefan Rahmstorf e Dim Coumou. Merita, c’entra una famosa isola di calore urbano…