Speciale di Science sulla riproducibilità dei risultati, sugli esperimenti possibili o no per confermare le osservazioni sul campo (e vice versa) e in generale sulla validità dei dati. Cacio sui maccheroni: Diederik Stapel ritratta il paper sul degrado urbano collegato a una maggior discriminazione sociale.
Rispetto a quelli di computer science, cognizione nei primati, bio-zoologia, genomica, proteomica e altre “omiche”, fisica dei neutrini, genetica delle sirtuine ecc., i dati del riscaldamento globale fanno un figurone.
Ben Santer et al. scrivono che ci sono ancora differenze da risolvere, ma che tutte le rianalisi ne confermano l’affidabilità, al contrario di quanto accaduto ai pseudo-dati dei pseudo-scettici Roy Spencer e John Christy:
Sebbene “revisori climatici” (McIntyre & Co., ndr) abbiano fatto le pulci alle stime del riscaldamento in superficie derivate dalle osservazioni, hanno dedicato poca attenzione alla “revisione” dei cambiamenti nella temperatura della bassa troposfera stimate da registrazioni satellitari. Questo perché una verifica indipendente richiede una competenza sostanziale in radiometria nelle microonde.
Fino al 2005, le misure fatte dagli scienziati dell’università dell’Alabama a Huntsville indicavano che la bassa troposfera si era raffreddata dal 1979, in netto contrasto con tutte le misure alla superficie. L’apparente raffreddamento è stato usato per mettere in dubbio la realtà del riscaldamento alla superficie e la credibilità dei modelli che simulavano la riposta della troposfera al cambiamento antropico della composizione dell’atmosfera.
I risultati degli scienziati dell’università dell’Alabama non hanno superato un rigoroso esame scientifico… Dopo che hanno corretto i propri errori, gli ultimi risultati mostrano un riscaldamento globale di circa 0,5° C… dal 1979 a oggi.
Per costringere i due creazionisti a riconoscere gli errori, decine di scienziati competenti hanno perso un sacco di tempo. Che è lo scopo degli “scettici”, come si vede dalle mail rubate.
And again
– Onde mandare in bestia quelli della nuova era glaciale iniziata quindici anni fa, Mark Pagani et al. usano i livelli degli alchenoni per ricalcolare il declino della CO2 atmosferica prima e durante la grande glaciazione dell’Antartide 33 milioni di anni fa;
– onde rovinare la digestione dei revisori, Michael Weber et al. inseriscono i cambiamenti del mar di Weddell e della calotta occidentale antartica in una cronologia che “tele-connette” l’evoluzione dei ghiacci settentrionali e meridionali;
– Tim Coulson et al. pubblicano un modello di co-evoluzione dei cambiamenti ambientali e dei lupi di Yellowstone onde far venire un’altra crisi isterica all’ing. Morabito per il quale la temperatura non fa parte dell’ambiente.
H5N1
Non so voi, ma io trovo sempre sbagliato creare un altro virus letale.