Care orecchiette di radiopop:
1. Imparo a usare il software di registrazione, questa volta era la versione d’antiquariato, se qualcosa non va è colpa mia.
2. Anche se sono le 7.23/4, concentratevi.
– Se dico vibrione, pensate?… Svegli! Pensate…? Colera. Bravi.
– Se dico alghe? Quelle che prosperano attorno agli scarichi di fogne prive di depuratori, intossicano le coste bretoni e…
– Quasi. Se dico Ogm? Monsanto.
Non dico biocarburante o vi va di traverso il caffè perché i sussidi alle colture da etanolo hanno fatto salire il prezzo del cibo e affamato i poveri.
Anche senza dirlo, una ricerca uscita su Science dovrebbe piacere anche a voi. Descrive un Ogm, unVibrio splendidus parente del cholerae, al quale una quindicina di ricercatori di aziende biotech e università americane hanno “rafforzato” i geni che metabolizzano dei polisaccaridi, detti alginati.
– Dei che?
Zuccheri delle alghe. Microbi geneticamente modificati per mangiare alginati e sputare etanolo, ce ne sono già, ma questo li batte tutti. Ha una resa dell’80%. Qui ci vorrebbe un fischio, ma non trovo gli effetti speciali.
Non risolve tutti i problemi del biocarburante da alghe, ma la sua produttività fa una bella differenza. Tra l’altro il ceppo originale di quel Vibrio splendidus è molto simile a quello che stressa le ostriche (foto sopra). Siccome vive nel Golfo persico i cui regnanti fanno di tutto per inceppare le trattative sul clima (1), e molte altre, l’idea che un vibrione locale li stressi un filino… vero?
E di corsa altre due notizie che tonificano la pelle.
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(1) Gratis per ascoltatori e non
Come di rito, Jim Hansen e il trio Ruedy-Sato-Lo inquadrano i dati annui nella tendenza globale. Per chi sa l’inglese è scritto facile e si capisce tutto, per chi non lo sa traduco la fine:
Il 2011 è stato soltanto il nono anno più caldo nell’analisi del Goddard Istitute for Space Studies (GISS, dove lavorano, ndt) dei cambiamenti della temperatura globale. Eppure nove degli anni più caldi dal 1880 in poi sono stati registrati nel 21° secolo. Lo scorso anno è stato rinfrescato da una Nina moderatamente robusta; la media mobile quinquennale (60 mesi – s’era capito, ndt) suggerisce che il ritmo del riscaldamento globale è rallentato negli ultimi anni.
Meno male, o invece di 9 anni più caldi sarebbero 12 su 12,
negli ultimi tre anni è prevalsa la Nina – la fase fresca nella variazione ciclica dell’Oscillazione meridionale delle temperature fra i Tropici – e negli ultimi sei c’è stato il minimo solare più profondo da quando esistono dati satellitari.
La doppia botta di cool rischia di non durare,
è probabile che il suddetto rallentamento si mostri illusorio e che ci sia un riscaldamento più veloce nei prossimi anni.