Premurosi, da Climalteranti mi segnalano un recente forzo dell’illustre professore di chimica ambientale all’università di Modena. Un po’ giù di forma, trovo:
Ci bacchettano che bisogna distinguere tra clima e meteo. Giusto. Sentite che dicono: «Il clima è ciò che ci si attende, il meteo ciò che arriva; il clima ti dice quali abiti acquistare, il meteo quali indossare». L’autore di questi dotti distinguo fu un americano che, avendo fallito gli studi di scienza (nel senso che, iniziatoli, mai li portò a compimento), si dette alla fantascienza e, manco a dirlo, alla climatologia.
“Climate is what we expect, weather is what we get” è una battuta che gira fra i meteorologi da oltre un secolo. E’ attribuita a Mark Twain che non iniziò mai “studi di scienza” e non si dette né alla fantascienza né alla climatologia.
Il prof. Battaglia lo confonde con Robert Heinlein che però né iniziò “studi di scienza” e né si dette mai alla climatologia. (La seconda parte della citazione è attribuita a uno/una studente delle medie).
Dimostrata la propria padronanza della letteratura americana, il prof. Battaglia passa a dimostrare quella della scienza:
La verità è che la climatologia si occupa del bilancio energetico della Terra. Ma finché registra variazioni di clima che sono di qualche decimo di grado nell’arco del secolo, non v’è alcuna ragione, neanche pallida, per doversi considerare in emergenza, sia perché le temperature locali del pianeta hanno variazioni dell’ordine di 100 gradi, da -50 ai poli a +50 all’equatore, sia perché le variazioni climatiche degli ultimi 4 secoli sono della stessa entità di quelle occorse nei 4 secoli ancora precedenti.
allineando solo quattro falsità:
– climatologia: insieme delle discipline che studiano gli effetti fisici, chimici, idrologici, geologici, biologici ecc. del clima
– qualche decimo di grado nell’arco d’un secolo
– da -50 ai poli a +50 all’equatore
– variazioni negli ultimi 4 secoli e nei 4 precedenti.
Una volta era più creativo.