Piezopoli: in cauda ecc.

Fonte.

Franco Pavese ex dell’INRiM discute anche lui dei bizzarri risultati pubblicati da Carpinteri et al. su Strain.  (Se va avanti così, la rivista dovrà dedicare un numero speciale alla loro demolizione.) Trova che i suoi nove colleghi – sui dieci responsabili di ricerca – Amato, Bertotti et al. la fanno troppo complicata.

I dati di Carpinteri  et al. sono incoerenti, hanno ragione a dirlo anche Comoretto e Prevedelli, ma non perché Carpinteri et al. abbiano tentato con qualche astuzia di renderli presentabili.

Sono solo dei pasticcioni
Ecco le conclusioni. Per chiarezza, traduco “gli autori della pubblicazione originale” con “Carpinteri et al.”, link miei.

Una spiegazione semplice, derivata dal modo abituale (scorretto) di Carpinteri et al. di riportare i dati da assay, potrebbe bastare a spiegare alcune regolarità delle tabelle I-II, senza invocare impossibili correlazioni tra i dati. In tal caso, la fortissima inferenza di Amato et al. – “i dati di composizione chimica pubblicati da Carpinteri et al. non possono essere il risultato di misure indipendenti”  – potrebbe non essere suffragata dall’esistenza di valori identici negli assays. Magari sono semplicemente dovuti alla bassa risoluzione e precisione di dati riportati in maniera scorretta.

Se è così

diventa ovvio il motivo per cui in metrologia è di rigore seguire alcune regole semplici nel riferire dati sperimentali: in particolare, limitare le cifre a quelle significative; indicare sempre l’incertezza associata ai dati e avvertire il lettore in caso di guard digits aggiunti per evitare possibili errori dovuti alla propagazione dell’arrotondamento se questo fosse cruciale (in questo caso non lo è). Sotto questo aspetto, è probabile che gli autori e la rivista Strain dovrebbero badare di più al fatto che altrimenti possono crearsi malintesi.

“Io son docile… ma”

Il presente commento non intende valutare la validità fisica dei dati o le conclusioni tratte da Carpinteri et al. Tuttavia, sarebbe auspicabile che gli autori, oltre a fornire nuovi risultati numerici, li rendessero più facilmente verificabili, per es. evitando cambiamenti inutili di unità, fornendo un budget particolareggiato delle incertezze e una discussione ampia dei possibili errori sistematici che possono inficiare i risultati.

Tanto per esser chiaro

In considerazione delle incoerenze apparenti nel metodo e nei dati di Carpinteri et al., sarebbe inoltre auspicabile una verifica dei loro risultati. Andrebbe forse suggerito agli autori di accettare volentieri un arbitraggio indipendente, quale via di uscita dalle questioni sorte dal mero esame dei dati incompleti o insufficienti pubblicati finora.