MathGen


L’inconcludenza della prima prova mi aveva fatto pensare che nessun editore avrebbe abboccato a un paper di MathGen. Sbagliavo e lo confesso qui anche per aiutare “Gvdr” ad accrescere la propria produttività insieme alla fama delle equazioni per contare le pecore, che è andato a studiare in Nuova Zelanda.
A studiare entrambe, stupidotti.
La prima prova viene così descritta da Nate Eldrege di Cornell, autore del programma:

Il 3 agosto scorso, la prof. Marcie Rathke dell’University of Southern North Dakota at Hoople sottoponeva alle Advances in Pure Mathematics, una delle belle riviste di Scientific Research Publishing (è molto probabile che la vostra casella in arrivo o di spam contenga in questo momento informazioni utili sulle loro pubblicazioni!) un tour de force matematico intitolato  “Independent, Negative, Canonically Turing Arrows of Equations and Problems in Applied Formal PDE”, di cui cito l’intrigante abstract:
Let ?=A. Is it possible to extend isomorphisms? We show that D^t is stochastically orthogonal and trivially affine. In [10], the main result was the construction of p-Cardano, compactly Erdos, Weyl functions. This could shed important light on a conjecture of Conway-d’Alembert.

In men che non si dica, cioè il 10 agosto, il tour de force era accettato con la richiesta di correzioni da parte di un referee, cui la “prof. Rathke” rispondeva:

  1. The referee’s objection is well taken; indeed, the abstract has not the slightest thing to do with the content of the paper.
  2. The paper certainly does contain a plethora of mathematical notation, but it is to be hoped that readers with the appropriate background can infer its meaning (or lack thereof) from context.
  3. It is indeed customary for a mathematical paper to contain a proof of its main result. This omission admittedly represents a slight flaw in the manuscript.
  4. The author believes the proofs given for the referenced propositions are entirely sufficient [they read, respectively, “This is obvious” and “This is clear”]. However, she respects the referee’s opinion and would consider adding a few additional details.
  5. On this point the author must strenuously object. The LATEX formatting of the manuscript is perfectly standard and in accordance with generally accepted practice. The same cannot be said of APM’s required template, which uses Microsoft Word [!].

Professor Rathke is pleased that the referee nevertheless recommends the paper be accepted, since clearly these minor differences of opinion in no way affect the paper’s overall validity and significance.

Faute di 500 dollari e nonostante la proposta di una colletta, il tour de force restava inedito. Con le correzioni, ce l’avrebbe fatta? La discussione proseguiva sul blog di Nate Eldrege (Advances in Pure Maths lo invitava pure a sottoporre un paper) e il successo di MathGen rimbalzava da un blog di matematica all’altro fino a Natale. Non ci sarebbe più cascato nessuno.
Il mese scorso invece
Stefan Friedl dell’università di Colonia annunciava che il paper suo e di MathGen intitolato “On the uniqueness of prime, Jacobi functors”, era stato accettato non da una rivistina predona, ma dal Journal of Algebra and Number Theory Academia disponibile solo su abbonamento e nel cui comitato editoriale siede, per es., il prof. Facchini di Padova.
Il giudizio del referee era conciso, ma entusiasta:

I have gone through the paper. It is a good paper. In my view the results obtained are original, new and interesting. This paper may trigger further research in the direction of work.
Clarity: This paper is well-written and well-presented.
Literature: The authors’ references to the literature seem adequate.
Interest: Readers of the journal will find this paper interesting.
Recommendation: I recommend that this paper be accepted for publication in the Journal for Algebra and Number Theory Academia.

Il paper di Stefan Freidl non è del tutto random, sospetto, per via di frasi come

S. Friedl’s derivation of irreducible systems was a milestone in higher homological topology…

Priceless indeed.

 

6 commenti

  1. Avevo ben pensato di cominciare la carriera con un paio di articoli farlocchi. 😉
    Mi chiedo come l’editor possa essere spinto a tali forzati complimenti su una cosa di cui non si capisce niente (al meglio). Può essere un effetto del numero crescente di giornali e di una certa fame di pubblicare qualcosa pur di chiudere i numeri?
    Imbarazzante è imbarazzante. Diventerebbe stupefacente se, una volta pubblicati, qualcuno si perdesse a citarli!

  2. @ocasapiens
    Avevo fatto uno scherzetto simile da Camillo circa un anno fa con un generatore per la computer science. I lavori cadono tutti nella abbastanza improbabile bibliografia piena di nomi di mostri sacri stranamente accoppiati. Se fossero furbi i referee comincerebbero da lì, per lo meno fino al perfezionamento del generatore 2.0

  3. Ci ho provato adesso ma non riesco a collegarmi, immagino sia la folla di ricercatori falliti che tenta di farsi fare un paper pubblicabile da MathGen, adesso che si sa che funziona.

  4. Provato anche io a suo tempo e, come Giancarlo, ho avuto molti dubbi. Troppi nomi famosi ma con iniziali “sbagliate”, giornali improbabili (possibile che nessuno controlli l’esistenza delmgiornale tajikistano?), nessuno o quasi dei termini definiti… Credevo che per arrivare a pubblicazion occorresse qualche grossa mdifica, ed invece sbagliavo.

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