Avvertenza: ci si prova da vent’anni, per ora miracoli niente.
Sui PNAS, il gruppo di Stephen Aves e John Love – univ. di Exeter – descrive un nuovo sistema per trasformare un’Escherichia coli in un pozzo di petrolio (link miei):
The activity of the fatty acid (FA) reductase complex from Photorhabdus luminescens was coupled with aldehyde decarbonylase from Nostoc punctiforme to use free FAs as substrates for alkane biosynthesis… Genetic components for targeted manipulation of the FA pool included expression of a thioesterase from Cinnamomum camphora (camphor) to alter alkane Cn and expression of (…) protein synthase III from Bacillus subtilis to synthesize branched (iso-) alkanes
Componenti fatti e assemblati in casa, e depositati nella Genbank (non brevettabili).
Rather than simply reconstituting existing metabolic routes to alkane production found in nature, these results demonstrate the ability to design and implement artificial molecular pathways for the production of renewable, industrially relevant fuel molecules.
Rinnovabili sì, ma anche un bastardo di E. coli deve mangiare. Gli acidi grassi da ridurre col suo complesso, dove li prende?
Coincidenza
Su PLoS One – a proposito dei “20 obiettivi di Aichi” per il 2020 (Convenzione per la biodiversità) – Kent Redford et al. scrivono che prima di creare nuovi organismi che finiranno nell’ambiente, bisogna pensare alle possibile conseguenze. Invece di pensarci dopo come si è fatto per oltre un secolo con la chimica sintetica:
Despite growing general debate, there has been surprisingly limited consideration of the risks or advantages of synthetic organisms to the conservation of biological diversity.
Ferve il dibattito sugli aspetti filosofici, legali e sociali, ma non sulle ripercussioni pratiche. Gli autori identificano vantaggi e svantaggi per le cinque categorie di Aichi:
Non so se conviene invocare l’idea di natura, come se ne esistesse una sola, comunque l’articolo è utile per le Ong, trovo, anche per la bibliografia in gran parte open access.
Ramazza solare
Nell’infrarosso, la tempesta solare dell’8-10 marzo ha “illuminato la termosfera come un albero di Natale” con 26 miliardi di chilowatt/ora, dicevano alla NASA un mese fa. Per fortuna, CO2 e NO hanno fatto da termostato e riflesso il 95% dell’energia. Altra metafora osée:
During the heating impulse, the thermosphere puffed up like a marshmallow held over a campfire, temporarily increasing the drag on low-orbiting satellites. This is both good and bad. On the one hand, extra drag helps clear space junk out of Earth orbit. On the other hand, it decreases the lifetime of useful satellites by bringing them closer to the day of re-entry.
“We’re just emerging from a deep solar minimum,” says Russell. “The solar cycle is gaining strength with a maximum expected in 2013.”
Smentirà le previsioni sui rischi da pattume crescente nella “regione orbitale economicamente vitale”, come dicevano ieri all’ESA fuor di metafora?
“Egli è scritto in lingua matematica“?
Il 5 aprile sul Wall Street Journal – of all places… – E. O. Wilson aveva scritto che conta formulare bene il problema, la matematica “viene dopo”. Da allora apriti cielo e riapriti e riapriti cielo. (h/t)
E-cat LOL
Il Fourth Party Report suscita entusiasmo (not).
> Fourth Party Report suscita entusiasmo.
Poveri commentatori, si stanno brutalmente strinando il capino nella disperata impresa di risolvere l’enigma della sfinge buttata li da Passerini.
Chi conta le sillabe, chi i byte, chi le virgole, chi i capelli rimasti al profeta (22?) … però si divertono assai e nel contempo dimenticano il Third Party Report.
Messaggio in codice o quiz passatempo?
A proposito di Report, vedo che la tuenticiùpee Peer review dell’ Idrobetatrone è andata praticamente deserta. Troppo timidi o preferiscono cinguettare solo di sciarade e indovinelli?
http://22passi.blogspot.it/2013/04/peer-review-report-hydrobetatron.html?m=1
Cara Sapientoca, i veri grandi matematici, hanno sempre adoperato l’immaginazione poetica per arrivare al calcolo di ciò che veramente conta.
Un ragazzino come Carl F.Gauss”vide” l’ordine che già esisteva nella progressione dei numeri interi, così da arrivare a sommarli in un batter d’occhio, quando il maestro chiese agli alunni la somma dei primi cento interi.
Tutti gli altri invece si misero ad eseguire il calcolo banalmente partendo da uno in poi.
E.O. Wilson non è di certo un vecchio bacucco.Nel suo ultimo libro, La conquista sociale della Terra, è stato capace di abbandonare una teoria che s’è rivelata sbagliata, proprio da indagini matematiche.
La fisica è una matematica infestata da irragionevoli ma autentiche eccezioni.
Marco Sclarandis
@Mario Ventura
Hydrobetatron: ussignùr, che pasticcio.
@Marco
E.O. Wilson: infatti – ha scatenato una bella discussione.
“immaginazione poetica”: lo diceva anche Jacques Hadamard.
Come fisico sono stato allevato a pane, simmetrie e principi di conservazione. Anche io non mi faccio entusiasmare facilmente da dei cosini piccoli e cattivi che producono benzina. Prima voglio vedere un “preventivo” dei costi, energetici ancor più che economici.
@Riccardo
cattivi, no!
Dici che mi sono lasciato condizionare dall’impiego dell’E. coli come indicatore di inquinamento fecale in mare? 🙂
Non sono ancora riuscito ad approfondire bene, ora che sono in “vacanza italiana” proverò a farlo. Da aspirante matematico che cerca di zompare fra le due trincee, mi pare che Wilson (come spesso) abbia molti punti di verità. A “noi” servono biologi ed ecologi…