Legge ad Stamina

Chiama una studentessa di un master di giornalismo, “quali sono i pro e i contro del decreto Stamina (art. 10)?”. Uno solo, trovo. Premiare “in via eccezionale”, come ha fatto sapere il ministro Balduzzi, quelli che hanno fatto pagare pazienti disperati per usarli come cavie sulle quali testare i propri prodotti, approvati unicamente dal Vaticano. (1)

Nel week-end, con Pino D. si parlava della “domanda di speranza” che, diceva, viene addirittura schernita da ricercatori e intellettuali “scientisti”, e alla quale la medicina tradizionale non risponde.

In Italia forse, ma altrove non è così. I medici rispondono con il “protocollo compassionale” (2), terapie che hanno dimostrato una bassa, a volte bassissima, probabilità di efficacia, calcolata su ricerche in vitro, in animali, su case histories, le quali non esistono per il “metodo Stamina.

I medici possono discuterne con il paziente e, pensando all’AIDS tra il 1984 e il 1995, a me sembra che il paziente ne tragga un senso di “purpose”, di decidere del proprio futuro, di partecipare a quello altrui. Possono spiegarle a parenti e amici, ai media – dicendo la verità, invece di “mentire a fin di bene” e di violare così il patto di fiducia tra medico e paziente, tra la medicina e la società.

In privato possiamo mentire a fin di bene quanto vogliamo, ma perché dia speranza a uno o mille pazienti dovrebbe farlo tutta la società. A me sembra che un medico non abbia scelta: deve rispondere alla “domanda di verità” e lasciare ad altri le bugie pietose e quelle a scopo di lucro.

(1) Norme internazionali e sistema Vannoni.

(2) Il titolo del libro di Hervé Guibert. Era “solo” un romanzo, eppure in Francia il suo successo ha cambiato la clinica, le aspettative, le idee con le quali ragioniamo un po’ tutti.

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Mini digest

Science ancora non ho fatto in tempo, segnalo giusto che è anticipato on line il paper di Hunt et al. sulla farfalla di Hofstadter e i fermioni di Dirac.

– Bell’articolo sulla chimica e la biochimica di nicotina e nicotinoidi di Claudio Della Volpe. Le api e gli apicoltori gli saranno grati, i fumatori non so.

– Da Jeffrey Beall, un caso sul quale m’informo meglio, semmai ne scrivo su Oggi scienza o qui, e la storia dell’editore predone che gli chiede di includere una propria rivista nella  Beale’s List delle riviste da evitare…

– In oncologia circa metà dei risultati pubblicati non sono riproducibili, scrivono su PLoS One dei ricercatori del (non proprio limpido e immacolato) MD Anderson Research Center dell’università del Texas. Non sarà solo colpa loro, comunque è una rassegna sconfortante sul modello Ioannidis, che non è nemmeno citato in bibliografia.

– Stefano Caserini ricostruisce la “catena degli errori” che porta certi miei colleghi globalcoolisti a scrivere sciocchezze (due refusi segnalati a parte, non ho contribuito, checché ne dica).

– Su arXiv org è uscito il Third Party Report dei ricercatori indipendenti fedeli della prima ora. Trovano un “COP = 2034/360 = 5.6 ± 0.8”  con il modello e-cat 1, wow. Solo che c’erano problemi di calibrazione risolti i quali il COP dell’e-cat 2 s’è dimezzato, sic. In attesa di pubblicazione su rivista pirriviud, ho sommato i margini di errore di stime e strumenti:  il dimezzato ci sta comodamente.

16 commenti

  1. “Su arXiv org è uscito il Third Party Report dei fedeli della prima ora”
    Hanno Essen sarebbe un fedele della prima ora?
    “ho sommato i margini di errore di stime e strumenti”
    l’autorevolezza si spreca…
    “il dimezzato ci sta comodamente”
    quindi cop 2.8?
    … brutta giornata eh?

  2. @fabio82
    Ottima giornata, la mia argenteria è salva! arXiv è soltanto un archivio, il report non ha superato una peer-review, non c’è scritto “accepted for publication” come qui.
    Sì, Essèn era stato a Bologna nell’aprile 2011 e s’era entusiasmato.

  3. Quindi come al solito tutti collusi / incompetenti vero?
    Che spettacolo! un oca impantanata a La Brea Tar!

  4. @fabio82
    “tutti collusi / incompetenti, vero?”
    Falso, secondo me: la fedeltà non implica né collusione né incompetenza.
    @passanti
    Ho aggiunto il link a “margini di errore”, così può calcolarli chiunque, anche fabio82 (presumo).

  5. beh considerato che stiamo parlando di un margine di errore del 600% farei prima con i metri.

  6. cop 5.6 significa che rende il 560% dell’energia immessa…
    dai che non è difficile…

    1. @fabio82
      nel test fatto male, secondo gli stessi autori. In quello migliorato, sempre secondo gli autori, e con un unico margine d’errore inspiegato
      For the E-Cat HT2 one would therefore have (assuming a 10% uncertainty in the powers): COP = 816/322 = 2.6 ± 0.5.
      Come ottiene 600%?

  7. … test fatto male, fedelta` incondizionata a rossi al punto di metterci la faccia, deviazione standard… ne ha altre? Magari i test sono stati fatti in giorni particolarmente caldi… intanto il cop e’ maggiore di 1 ergo le cat funziona…

  8. La differenza fra i due test mette in luce quanto sia delicata la misura che hanno scelto di fare ed in particolare quanto sia critica la conoscenza dell’emissività della superficie. In più, se (come è probabile) l’emissività non è costante con la lunghezza d’onda non è possibile usare la legge di Stefan-Boltzman.
    All in all, nonostante l’entusiasmo di Mark Gibbs su Forbes, questo nuovo test non credo possa essere definito convincente.

    1. @Riccardo
      Infatti scrivono che la vernice disomogenea rappresenta un problema e usano lo stesso la media dei gridded data senza incertezze e senza spiegare come l’hanno eliminata.
      “Convincente”: penso che lo sappiano, concludono dicendo che per una conferma servirà un test più lungo – come due anni fa.

  9. L’unico test convincente sarebbe quello che ho proposto anni fa.
    Piazzi quel “tubo di tucker” dentro un bollitore,
    produci vapore sotto pressione, col vapore fai girare un alternatore
    che produce elettricità.
    Se l’elettricità che esce è maggiore di quella che entra, il COP è
    maggiore di 1.
    Tutto il resto sono ca**ate.

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