Le Oche raso terra

Cari orecchietti di radiopop,

Tornano Michele, Giacomo e Marco, del nostro comitato scientifico e di Scienze agrarie alla Statale, per presentare una ricerca fatta con sterco animale misto a palate di Eisenia foetida per bonificare i liquami.

– Lombriconi fetidi, sterco idem ed effluenti ibidem all’ora di colazione, ma si può?

No, cioè sì perché introduce una puntata sui suoli coltivabili dai quali dipendono colazione pranzo e cena, una risorsa contesa, non rinnovabile, conciata da erosione, salinità, inquinamento, siccità, alluvioni.

– Svegli, l’anno dei suoli era nel 2015!

Uff i soliti criticoni… L’indice 2016 di Accesso alle sementi è uscito ieri

The Index has identified four regions with (1) a food security challenge, (2) smallholder farmer presence and (3) agricultural potential: Latin America, Western Africa, Eastern Africa, and South and Southeast Asia. It provides for the first time a comprehensive picture of what the industry is doing in these regions. The general assumption that emerged from preparatory stakeholder consultations was that the industry’s commitment is limited to a few crops and countries, due to a lack of suitable genetic material for tropical zones and an inadequate enabling environment. Based on the Index’s findings, this assumption deserves to be reexamined.

E i modelli agro-climatici e agro-epidemiologici sulle rese declinanti in regime di riscaldamento globale sono usciti su Nature Climate Change e The Lancet questa settimana.
Quindi la seconda parte della puntata, come sarà ovvio dalla sigla, è dedicata a Pedro Sanchez, il figlio di contadini cubani che ha recuperato all’agricoltura il suolo acido e saturo di alluminio del Cerrado, il mito ochescho e delle Ong da prima del World Food Prize, autore di un magnifico articolo su Science

L’oca Filippo interrompe le reminiscenze con

la sigla di Pedro

De Alto Cedro voy para Macané, Luego a Cueto voy para Mayarí…  

Siamo in ritardo, è vero, ma è tutta colpa di Luca Montanarella, un famoso pedologo dello European Joint Research Centre a Ispra. Da quando abbiamo letto un suo magnifico articolo su Nature:

Every year, 75 billion tonnes of crop soil are lost worldwide to erosion by wind and water, and through agriculture; this costs about US$400 billion a year. Only a few countries have national legislation protecting soil, including Germany and Switzerland. Attempts at binding international legal agreements have so far failed.

This cannot go on. Soils are a limited natural resource, unequally divided between nations and people. They provide fertilizer for growing food; store and filter water; host rich ecosystems, including many little-known species; provide resources such as peat, sand, clay and gravel; and hold our cultural and historical memory in archaeological artefacts. The ground beneath our feet is a public good and service.

lo invitiamo tutti i venerdì ed è sempre in viaggio. Finalmente siamo riusciti a incastrarlo.

L’anno dei suoli doveva anche avviare nuove ricerche (mica tante, dice il dott. Montanarella) e come condividerne i risultati con i paesi poveri. Tanto per mantenere gli impegni più urgenti presi con l’approvazione degli Scopi dello sviluppo sostenibile, dell’accordo di Parigi sul clima, della Convenzione contro la desertificazione e di quella per la biodiversità.

L’infrastruttura intellettuale c’è, in gran parte volontaria. La Global Soil Partnership. L’Intergovernmental Technical Panel on Soils, presidente Luca Montanarella, che ha pubblicato il primo rapporto Status of World’s Soil Resources. E il consorzio Global Soil Map per una mappa digitale, accessibile anche dai posti più sperduti di cui parlavano Pedro Sanchez e Luca Montanarella su Science. E le Global Soil Information Facilities per diffondere le conoscenze. E i satelliti europei Sentinel per aggiornarle…

Adesso cosa vi serve, dott. Montanarella?

Dalle 12.50 alle 13.27 in streamingpodcast, sms 331 62 14 013FaceBook e mail oche at radiopopolare.it

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