Neutrino, reduce di un workshop all’università di Chicago, è pessimista. Forse i fisici americani sono più restii a ragionare in termini politici dei climatologi o degli staminalisti, sotto attacco da tempo? A me sembra che la stragrande maggioranza della comunità scientifica locale, U-Chicago compresa, abbia scelto la dissidenza.
Riccardo Reitano segnala la petizione degli accademici contro il “Muslim ban” (possono firmare anche gli stranieri). Alcuni firmatari mi dicono di avere dottorandi bloccati all’estero, nonostante un visto regolare e la cittadinanza di un paese europeo. Nel suo lab (Harvard), dice un’amica genetista, il 10% non potrebbe tornare da collaborazioni già in calendario presso altri lab: rischiano di saltare finanziamenti dell’OMS e del Wellcome Trust, c’è “panico in amministrazione”.
Panico giustificato dalla confusione creata dal governo. Amy Maxmen
The US government has offered conflicting interpretations about how the policy applies to people from the seven countries who hold visas that allow them to live, work or study in the United States. The White House now says that people with the permanent-resident visas called green cards will be evaluated on a case-by-case basis if they seek to enter the US.
“Caso per caso” significa che nessuno conosce le regole, così la polizia di frontiera se le inventa e spesso sono illegali.
Scrivono Lauren Morello e Sara Reardon:
Nature spoke to more than 20 researchers affected by the new policy, who described their feelings of fear, shock and determination. Some asked to remain anonymous for fear of retaliation by the US government.
La prima reazione di Gavin Schmidt era stata “This is personal“. Proprio così.
Science Insider, dal quale ho preso il titolo del post, esprime in modo non ufficiale la posizione dell’AAAS sulle decisioni del governo e aggiorna sulla dissidenza:
Scientists in the United States aren’t exactly what you would call a political bunch. Many rely on federal grants or positions to do their work, and others simply see their work as being “above politics.” But now, thanks to signals that the U.S. administration may push back on—or simply ignore—the work of climate scientists and others, some researchers are stepping in to the messy fray and considering a run for office. (And you can find out here what motivated this fly biologist to run for U.S. Senate.)
Il biologo, care socie e cari socie del Drosophila melanogaster’s Genetics and Neuroscience Fan Club, è Michael Eisen dell’UC-Berkeley, uno dei fondatori della PLoS (anche suo fratello, se ricordo bene) in sabbatico quest’anno:
On 25 January, he announced he intends to compete for the California Senate seat that has been held for a quarter-century by Dianne Feinstein (D), who has yet to announce whether she will run for re-election in 2018.
Dianne Feinstein, un “falco”, somiglia molto ai conservatori reaganiani emarginati da quando il GOP si è sottomesso al Tea Party, ha più di ottant’anni ed è probabile che non si ripresenti. Michael E. ha un blog fermo da dicembre e due account vivaci su twitter,
Altre mobilitazioni su Scholarly Kitchen, che normalmente si occupa di editoria scientifica:
In response to the travel ban, a growing number of academics and researchers are contemplating boycotting professional meetings in the United States.
Boycotts and travel bans are bad enough, but consider these additional facts about the landscape beyond publishers, all of which were gleaned in the last week:
- Speculation that authors may soon be requesting to publish anonymously to avoid political retribution from anti-science politicians
- Rumors in the UK that EU scientists were “told to make plans to leave”
- Defunding of meetings and conferences that conflict with political beliefs of newly elected politicians
- Academics being detained at US airports as they returned to teach from their homelands, which were put on a list of banned nations unexpectedly with the stroke of a pen; physicians were also detained as they returned from abroad to help people in the US
Gag orders on scientists in the US government since the inauguration of President Trump have added to the overtones of Orwell, fascism, and authoritarianism. Further, the new US president is attempting to set himself up as the sole source of truth while stating he is at war with the free press, which is portrayed as “the opposition.” Other politicians are joining this authoritarian anthem, with Lamar Alexander (R-Texas), the Chair of the House Science Committee, saying there is now a new source for truth:
Better to get your news directly from the president. In fact, it might be the only way to get the unvarnished truth.
This totalitarian view of the world, in which a single person becomes the source of facts and evidence, comes from — it bears repeating — the Chair of the House Science Committee in the United States.
@Oca
sono pessimista per quattro motivi:
1) e’ un gia’ visto anche se le condizioni al contorno sono diverse. E la storia testimonia come la nostra comunità’ accademica si e’ bollita.
2) difficile che questa “dissidenza” generi motivi di riflessione per la classe medio-bassa americana, bacino di voti per Trump. La realtà’ che essi sperimentano e’ diversa: semmai fiduciosi della necessita’ di una formazione accademica della propria prole la prospettiva di un’indebitamento a vita per l’accesso alle università’ di prestigio non genera certo reverenza e fiducia nell’intellighenzia universitaria.
3) I fenomeni involutivi che percorrono tutto l’occidente si contrastano con un’accesso di massa all’istruzione e con l’esistenza di ascensori sociali che permettano la ridistribuzione della ricchezza. Questa e’ condizione necessaria ma non sufficiente. Altro aspetto necessario e’ una ridefinizione culturale dei processi produttivi. La produzione, sia di beni sia di idee, e’ un processo sociale in cui tutti i soggetti godono della stessa dignità nel rispetto delle differenti capacita’ e ruoli. La politica, anche scientifica, dell’eccellenza porta a processi esclusivi che impoveriscono fortemente l’evoluzione di cose ed idee e non che sono soggetti a criteri razionali di analisi e controllo. In tutta l’accademia mondiale sono veramente poche le voci che si sono opposte alla filosofia che sfocia nei concetti di Grants ed ERC … e che sta strozzando la ricerca.
Neutrino,
sono d’accordo con te, ma nell’accademia mondiale le voci mi sembrano ben più numerose di 20-25 anni fa. Sarebbe un discorso lungo, in breve sono voci disperse, poco ascoltate mentre aumentano politici e burocrati che vogliono dettare loro l’eccellenza scientifica in base a criteri ideologici, di mercato o interessi privati.
Difficile mantenere un ragionevole equilibrio di fronte alla confusione generata dalle prime decisioni propagandistiche della nuova amministrazione USA.
Certo il concetto di “dissidenti” applicato dall’ oca agli scienziati statunitensi mi pare inadatto. Aveva senso nello stato totalitario sovietico (per quanto nella realtà i Sacharov fossero una sparuta minoranza) mentre in una democrazia, anche se di mediocre qualità come quella americana, è un’ esagerazione polemica.
Invece il tentativo autoritario-cialtronesco di questa presidenza di accreditarsi come possessore di verità, offuscando con successo il dato incontrovertibile che l’ elettorato Usa a maggioranza aveva votato per la Clinton, è palese, solo che non vedo perchè stupirsi.
Nella realtà è un atteggiamento diffuso in tutti i vari sistemi politici presenti negli Stati moderni, per non parlare di quelli passati, imperi inclusi. Naturalmente i livelli di tale autocelebrazione del potere politico cambiano sia nella sostanza che nella forma, ad esempio i nipotini di Stalin tipo Putin e Lukashenko sono assai più autoritari che cialtroni all’ opposto di diversi Presidenti e Primi Ministri contemporanei, mentre l’ ultimo Kim Jong coreano è tragicamente sia autoritario che cialtrone.
Sarebbe opportuno però ricordarsi che in una nazione violenta al suo interno e all’ esterno come gli Stati Uniti, divisa inoltre da grandi contrasti e contraddizioni irrisolte, sopite solo nelle rare occasioni in cui è sentita sotto attacco (come nella WWII on dopo l’ 11 settembre) l’ esercizio del potere politico è stato spesso gestito con spregiudicatezza favorendo e scontrandosi con pezzi del complesso militare-industriale-finanziario che è una costante strutturale dell’ “impero americano” e cercando con la propaganda politica (che per sua natura non può non che basarsi su dichiarazioni di presunte verità spacciate per tali contro le menzogne degli avversari) di accattivarsi il sostegno o per lo meno la simpatia di parti delle masse popolari spesso in contrapposizione le une alle altre.
alberto,
dissidenza: molti rischiano il posto e/o i finanziamenti che spesso è la stessa cosa.
In URSS rischiavano la vita, ma non erano in pochi, negli anni 60-70 ce n’erano migliaia. Qui non ne parlava nessuno per fortuna: se erano già nel Gulag peggiorava la loro situazione e quella di parenti e colleghi. Se erano ancora liberi, magari potevano essere autorizzati a partecipare a una conferenza all’estero dalla quale non tornavano.
C’erano dei réseaux che li aiutavano a uscire dall’URSS, di Landau e Levich, o di Volpin a Mosca, di Birman a New York ecc. Quello del CERN si occupava anche dei matematici se non ricordo male.
@oca: è sicura che gli scienziati dissidenti sovietici fossero migliaia?. Non mi pare. Nemmeno Landau fu un dissidente al contrario di Sacharov. Certo, come moltissimi, ebrei e non solo, fu imprigionato per un periodo in un gulag, ma non per motivazioni diverse, dato che l ‘ universo concentrazionario, come lo definiva Solgenitzin (il quale tra l’ altro notava come il coraggio della dissidenza fosse ben poco diffuso in generale tra gli intellettuali russi) e che travolse milioni di uomini in effetti più che un metodo poliziesco e mirato per reprimere gli oppositori fu soprattutto una manifestazione della cieca arbitrarietà del totalitarismo originato dalla sanguinaria volontà di Stalin prima di eliminare i concorrenti anche potenziali all’ interno del partito e poi di gestire il proprio immenso potere ricorrendo all’ uso imprevedibile del terrore anche nei confronti delle numerose minoranze etniche esistenti nell ‘ URSS.
Ad ogni modo le comprensibili proteste di molti scienziati statunitensi verso l’ invasione di campo dell’ amministrazione Trump si situano in un piano completamente diverso. Sicuramente la questione dei finanziamenti è problematica, anche perché spetta alle istituzioni politiche, con un grado di discrezionalità abbastanza elevato, decidere come destinare i fondi pubblici e ciò consente distorsioni politico-ideologiche nel processo di attribuzione. Però per il resto, per quanto ribadisco che imo la qualità della democrazia statunitense sia modesta, rimane il fatto che gli USA sono uno stato di diritto e non una pseudo-dittatura del presidente di turno, chiunque esso sia.
alberto,
sì, sono sicura, 553 solo nel periodo 1966-1978; nel “dizionario” – rif p.s. – dei gruppi di Helsinki e nell’elenco fatto da Solgenitsin sono molti di più.
I tagli non riguardano solo gli scienziati di nazionalità statunitense o che lavorano negli USA: il governo finanzia ricerche in tutto il mondo attraverso le collaborazioni del CDC, NIH, NASA ecc., o attraverso la Banca Mondiale e le agenzie dell’ONU. Senza i fondi USA, molte agenzie chiuderebbero.
Gli USA sono uno stato di diritto, almeno per i ricchi, e la rule of law dovrebbe garantire che i patti sottoscritti restino validi anche quando il governo cambia. Dal 20 gennaio non è più così. La ministra della giustizia ad interim è stata licenziata perché non era convinta della costituzionalità del muslim ban – discrimina in base alla religione infatti, come si vede dall’esenzione di cristiani ed ebrei.
Una rule of law relativa, molti legislatori, giudici e procuratori sono eletti, come Pruitt, con i soldi di aziende per difenderne gli interessi e non quelli della cittadinanza.
p.s. vedo che nei google books c’è il Biographical dictionary of dissidents in the Soviet Union 1956-75. Se non ricordo male, mancano gli scienziati e gli ingegneri mandati in “sharashka”, un gulag riservato a loro che Solgenitsin racconta nel Primo cerchio.
Trovo che lei sia ingiusto con Landau: è stato un dissidente dagli anni Trenta, ha salvato decine di colleghi e coperto il réseau di Levich finché ha potuto.
@ OcaS
muslim ban – discrimina in base alla religione infatti, come si vede dall’esenzione di cristiani ed ebrei
Per i cristiani, non so. Ma il ban sta creando seri problemi a diversi ebrei
http://www.jta.org/2017/01/29/news-opinion/world/hias-several-jewish-families-affected-by-entry-ban
http://www.jpost.com/Diaspora/Report-Several-Jewish-families-affected-by-Trumps-refugee-ban-479993
Dora,
hai ragione, sono stata imprecisa: gli ebrei nati nei 7 paesi del bando con nazionalità o passaporto israeliano.