Da Oggi Scienza, un lettore chiedeva:
Come mai più nessuno parla del buco di ozono, non è più di moda? E il sole, come possibile parametro nella determinazione del clima, non viene preso in considerazione?
Siccome scrivo di bufale, gli ho chiesto più volte quale determinazione del clima non prende il Sole in considerazione, ma ha rifiutato di rispondermi. Attraverso un IbeC, credo di aver scoperto la fonte e in effetti merita.
Prima di irritarsi per lo scetticismo di Donald Trump proviamo a considerare un fatto che la nuova ideologia climaticamente corretta non considera più: il Sole
scrive Umberto Minopoli il 6 giugno sul Foglio, prima di infilare perle pescate in un articolo di Paolo Mieli sul Corriere l’anno scorso. Mieli voleva convincere i climatologi a prendere a modello Piers Corbyn, un laureato in astrofisica famoso per essere il fratello di Jeremy e vendere “predizioni” di meteorologia e più recentemente vulcanologia e sismologia.
un modello previsionale del clima da lui ideato e chiamato Solar weather tecnique (SWT)
Di una semplicità infantile, il modello ignora la composizione dell’atmosfera, si basa sui cicli di attività solare e su stime dell’energia emessa dalle macchie. In 35 anni la SWT ha azzeccato due previsioni: un inverno gelido in Inghilterra nel 1984 e precipitazioni estreme nel 1990. Siccome il suo spaccio stava per fallire, al modello Corbyn ha aggiunto le fasi della Luna, così da prevedere anche i giorni del mese con maggiori rischi di eruzioni vulcaniche e terremoti in qualunque parte del mondo. Per esempio:
Sic, e gli è andata male anche nell’aprile 2012.
Come Mieli, Minipoli confonde meteo e clima:
La tesi della fisica del clima, a quel tempo, era dominata dalla teoria dei giochi: i modelli caotici dell’effetto farfalla di Lorenz escludevano la possibilità di accurate previsioni climatiche di lungo periodo. I fisici del Sole però correggevano la teoria dei giochi: l’attività solare era il fattore costante e determinante della storia climatica del pianeta.
In realtà l’attrattore di Lorenz è usato prevalentemente dai meteorologi. Il suo problema, e quello del commentatore di Oggi Scienza, è che la “costante solare” non è una costante ma la misura media del flusso di energia solare in arrivo nell’atmosfera in watt/m2 della sua superficie a seconda della latitudine, delle ore del giorno, della stagione ecc.
Gli viene in soccorso L’Universo, questo sconosciuto del giornalista e romanziere Stuart Clark che, astrofisico all’origine, prenderebbe la stessa cantonata. Nella versione di Minopoli
Questa energia radiante del sole è, incredibilmente, costante: ogni mq terrestre riceve lo stesso numero di watt sia nei periodi di alta che di bassa attività solare. Tale costanza ha fatto sì che, nei modelli matematici del clima, l’attività del sole venga considerata un’invariante ai fini della spiegazione dei mutamenti climatici.
Minopoli glossa:
Se raggiungiamo i 500 ppm di Co2, si sostiene, si innescheranno dinamiche irreversibili, a partire da un aumento inedito e permanente delle temperature, con effetti catastrofici.
Né inedito né permanente.
Questo è ormai, com’è noto, il dogma ufficiale delle teorie del clima, quello dei documenti intergovernativi e delle conferenze sul clima. Il libro di Clark riprende e rilancia un filone vastissimo di fisica del clima perplesso sull’assunzione di fondo della climatologia ufficiale: l’invarianza dell’attività solare ai fini dei cambiamenti climatici. E, dunque, la sua esclusione dai fattori che spiegano il climate change.
Filone “vastissimo” consistente in una ventina di dilettanti allo sbaraglio.
Fiero aver capito che la “costante solare” equivale a un’invarianza dell’attività solare, lo ripete a lungo, fiero anche di ignorare che la climatologia “ufficiale” si basa su un “parametro determinante”: il bilancio radiativo. Per semplificare, è la differenza tra la radiazione solare in arrivo e quella riemessa dalla superficie terrestre tenuto conto della sua albedo, della forma del pianeta e della composizione dell’atmosfera. Valori che cambiano nel tempo:
Fonte V Rapporto IPCC – stime 2011
Versione negaiola:
Ogni tanto l’irradianza solare cala un pochino. Non è esclusa “dai fattori che spiegano il climate change”, ma è considerata una variante quasi ininfluente:
Indeed, the excellent agreement of the temperature fluctuations based on small Maunder Minimum TSI [Total Solar Irradiance] differences shows that the value could be as small as 0–0.3 W m-2.
mentre la concentrazione attuale di gas serra in atmosfera corrisponde a 2,3 W m-2. le temperature sulla Terra continuano ad aumentare, i Piers Corbyn ad annunciare imminenti ere glaciali e i creduloni ad abboccare.
Come esperto di teoria dei giochi, pur se in pensione, posso affermare con assoluta tranquillità che la teoria dei giochi non c’entra nulla, ma neanche di striscio, con ciò cui viene associata nell’articolo citato. Un conto è lo studio del caos, altra cosa è la teoria dei giochi. Ovvio che entrambe usino alcuni pezzi di matematica: d’altronde che 2+2 faccia 4 viene usato anche dal lattaio
Grazie della visita! Lei conoscerà altri casi di confusione tra teoria dei giochi e del caos, immagino, ma è il primo che mi capita.