Son arrivati i rinforzi

Si discute al Senato della legge proposta dal PD sull’agricoltura che promuove il metodo biodinamico e quello biologico a unico metodo scientifico, approvata alla Camera da una maggioranza PD, Lega, M5*.

Il pensiero che Elena Cattaneo restasse sola, per di più senza la “laurea giusta” indossata come di Minerva l’elmo, suscitava una certa tachicardia nella popolazione milanese dal reddito insufficiente per rifornirsi da Bio C Bon.

La minuta eroina lombarda sarebbe riuscita a impedire la strage di migliaia/anno di vacche primipare e di cervi rossi affinché il concime possa maturare nelle corna della prime e nelle vesciche dei secondi, seppellito nel terreno e poi diluito omeopaticamente per irrorare le colture nei giorni previsti dal calendario astrologico? si chiedevano le sue ammiratrici milanesi – dell’eroina, mica del letame, esprits mal tournés che non siete altro – pronte a marciare sulla Capitale con animali propri o prestati da conoscenti allo scopo di reclutare strada facendo animalisti, vegetariani e vegani.

Certo, si era mobilitata la Società italiana dei genetisti agrari, con in prima fila Enrico Pe’ della Sant’Anna di Pisa e Roberto Defez, due pezzi da novanta ma con dietro quattro gatti. In quale bosco in città s’eran nascoste le folte schiere che protestavano per il convegno organizzato dagli antroposofi al PoliMi con l’appoggio dei salotti radical-chic e professori disposti a intorbidire l’acqua per le diluizioni omeopatiche predicate dall’ala steineriana di FederBio, pur di istituire corsi di laurea e dottorato in antroposofia agraria? si chiedeva un’oca che pone domande altrettanto circostanziate di quelle crowdsourced.

Oggi sul Bo Live – rivista dell’università di Padova, diretta da Telmo Pievani e Pietro Greco – l’ha rassicurata un articolo di Francesco Suman:

Le prime note critiche sono arrivate il 19 dicembre

da “66 fra docenti universitari, ricercatori e imprenditori agricoli” c’è scritto in cima alle note (più un avvocato). Poi c’è stato il Natale, Capodanno, la Befana, mica si può pretendere un’uscita in massa dalle trincee, e

il 9 gennaio un gruppo di 213 esperti [grassetto nell’originale] ha firmato un’altra lettera indirizzata agli onorevoli membri del Senato.

Comprendono parecchi dei 66. Fanno una critica più approfondita e mettono “in evidenza”, tra molto altro,

che il DDL proposto limita la libertà d’insegnamento e di ricerca scientifica, promuovendo corsi di laurea, master e dottorato, nonché fondi ordinari di ricerca, specifici per un tipo di agricoltura a discapito degli altri.

Lo stesso giorno, la presidenza e il consiglio di presidenza dell’Associazione delle Società Scientifiche Agrarie, la presidenza e il c.d.p. della  Conferenza di Agraria, la presidenza e la giunta di p. della Federazione Italiana Scienze della Vita, la presidenza e il consiglio direttivo dell’Associazione Nazionale dei Biotecnologi Italiani, rincara la dose con un sunto delle critiche precedenti. Scrive:

Classificare l’agricoltura in diversi tipi e promuovere culturalmente ed economicamente uno solo di essi avalla posizioni irrazionali che giudicano le diverse pratiche come alternative, dando patenti di buono o cattivo senza alcun supporto scientificamente valido. L’agricoltura è una, variamente declinata solo in funzione dei contesti ecologici e socioeconomici, e deve perseguire sempre e in ogni caso la sostenibilità, cui la ricerca e la didattica devono dare priorità, come recentemente ribadito dall’Associazione Italiana delle Società Scientifiche Agrarie. […]

Grassetto dell’oca perché è la posizione della FAO, Agenzie dell’Onu, Action Aid e altre Ong internazionali e locali che difendono il diritto al cibo e alla sicurezza alimentare.

Il 15 gennaio è arrivata la risposta di Federbio  [‘tenti al rimmel]

prosegue Francesco Suman, prima di sottolineare con garbo un colossale travisamento in un’altra réclame per il biologico firmata da Paolo Carnemolla.

L’autorevole rivista Nature
Secondo il presidente di FederBio, lo studio svedese è stato “pubblicato sull’autorevole rivista Nature”. Nella realtà sulla meno autorevole Nature Communications così come l’altro studio caro al presidente in quanto “pubblicato sempre da Nature a novembre 2017” era uscito a ottobre su Scientific Reports, autorevole per niente.
Entrambi gli studi, ça va sans dire, riguardano l’agricoltura “organic” e smentiscono la affermazioni del presidente e la fede di FederBio, PD, Lega e M5* nei miracoli della “produzione biologica”, del “metodo biodinamico” e del “metodo biologico”.
Nelle stime degli svedesi, rende di meno e occupa una superficie maggiore. In teoria,

l’agricoltura organic può contribuire a fornire cibo sufficiente a migliorare gli impatti ambientali soltanto se proporzioni adeguatamente elevate di leguminose sono prodotte e con riduzioni significative dell’uso di foraggio, delle quantità di prodotti da animali d’allevamento e dello spreco alimentare. 

Insomma può contribuire a condizione che nel 2050, un miliardo o due di vegani mangino soprattutto soia, fagioli e lenticchie e nulla vada scartato – grazie a silos a prova di topi e insetti, e a onnipresenti catene del freddo.

L’agricoltura organic, refrain, è quella praticata dalla maggioranza dei piccoli contadini dei paesi poveri – che sono la maggioranza mondiale degli agricoltori. Hanno appezzamenti minuscoli e vorrebbero tanto potersi permettere un’agricoltura più produttiva e magari, se il tempo torna più clemente, uscire dalla miseria.

Quanto alla risposta sprezzante ai 213 esperti, viene riassunta da Suman con encomiabile fair-play. Consiste in asserzioni rigorosamente monde dell’aggettivo biodinamic*, e supportate unicamente dallo “studio pubblicato da Nature” nel senso di Scientific Reports, e da una dichiarazione approvata dai soci di FederBio.
Conclusione di Surman

Questa volta il bersaglio della critica degli esperti non è un’associazione anti-vaccinista o un manipolo di negazionisti climatici, ma il Parlamento tutto, che a larga maggioranza e con eccessiva leggerezza ha votato alla Camera un disegno di legge ritenuto completamente inadatto ad affrontare il tema dello sviluppo agricolo-alimentare del Paese. Viene da chiedersi allora quale valore possa avere lo slogan “vota la scienza”, lanciato per le elezioni dello scorso 4 marzo, da quella stessa parte politica che propone un disegno di legge che da buona parte della comunità scientifica oggi riceve una bocciatura su tutta la linea.

Saranno contenti gli autori del Patto per la scienza?

p.s. Sempre sul Bo Live, c’è un’intervista al Prof. Palù che l’ha firmato “inizialmente” perplesso sul farlo firmare ai politici (e ai comici, si presume), secondo il quale

per fare buona comunicazione scientifica servono bravi scienziati divulgatori e anche dei bravi divulgatori scientifici…

e questa notizia:

Martedì 18 ottobre, il consiglio del dipartimento di biologia ha approvato all’unanimità una delibera che dichiara i docenti del dipartimento “indisponibili a far parte delle Commissioni d’esame per l’ammissione all’Ordine nazionale del biologi fino a quando la direzione dell’Onb manterrà le attuali posizioni di inclusione nel dibattito sulla presunta pericolosità dei vaccini di risultanze non suffragate e anzi più volte smentite dalla comunità scientifica.

Tra le motivazioni nella delibera sottostante:

4) deprecando i toni diffamatori e intimidatori usati nei confronti del nostro Ateneo e di colleghi scienziati che hanno manifestato e argomentato la loro contrarietà alle posizioni e iniziative dell’Onb sul fronte dei vaccini…

6 commenti

  1. Sylvie
    Dalle tue parti sarà diverso, ma in Toscana vegetariani e vegani sono convintamente bio, quindi non si capisce come mai le ammiratrici milanesi della Cattaneo, decisamente contraria al bio, vogliano reclutare “animalisti, vegetarini e vegani”. Si tratta di apostolato in partibus infidelium?
    In quale bosco in città s’eran nascoste le folte schiere che protestavano per il convegno organizzato dagli antroposofi al PoliMi con l’appoggio dei salotti radical-chic e professori disposti a intorbidire l’acqua per le diluizioni omeopatiche predicate dall’ala steineriana di FederBio
    Le folte schiere protestavano… con l’appoggio dei salotti radical-chic.
    oppure
    il convegno organizzato dagli antroposofi con l’appoggio dei salotti radical chic.
    Quale delle due che hai scritto è l’interpretazione buona?

  2. Sylvie
    Sylvie
    Impressiona che su un argomento così importante nessuno commenti. Basterebbe leggere questo documento
    https://drive.google.com/file/d/1oCV7C1YyUhriqkkowTDMV5iDd4bFkJE_/view
    per rendersi conto della gravità delle decisioni che incombono sull’agricoltura italiana. Io credo che ormai da molti annni il solo approccio all’agricoltura da parte dei cittadino sia offerto dai supermercati. Susanna Cenni del PD ha fatto una dichiarazione di voto molto articolata come fosse un’esperta, ma scopri che dispone di un diploma di istituto tecnico commerciale ed è impiegata comunale. Possibile che in tutto il PD non ci sia un agronomo?

  3. Sylvie
    La minuta eroina lombarda sarebbe riuscita a impedire la strage di migliaia/anno di vacche vergini e di cervi affinché il letame possa maturare nelle corna della prime e nelle vesciche dei secondi, seppellito nel terreno e poi diluito omeopaticamente per concimare le colture nei giorni previsti dal calendario astrologico? si chiedevano le sue ammiratrici milanesi – dell’eroina, mica del letame, esprits mal tournés che non siete altro – pronte a marciare sulla Capitale con animali propri o prestati da conoscenti allo scopo di reclutare strada facendo animalisti, vegetariani e vegani.
    Parafrasi:
    Chi segue l’azione demistificatrice di Elena Cattaneo si chiede se avrà successo.
    Ho tolto di mezzo gli orpelli retorici che appesantiscono il testo: “minuta eroina lombarda”, “ammiratrici milanesi” (Cattaneo non ha ammiratori a Milano?), “esprits mal tournés” e un giro di frasi che fanno solo perdere tempo.
    – dell’eroina, mica del letame, esprits mal tournés che non siete altro – è artificioso, di pessimo gusto, un espediente retorico sfruttatissimo, da evitare come la peste. Come i LOL e i frequenti accenni al rimmel che molti uomini non conoscono, perché in Italia non tutte le donne lo usano.

  4. @ Camillo Franchini
    Ho tolto di mezzo gli orpelli retorici che appesantiscono il testo: “minuta eroina lombarda”, “ammiratrici milanesi” (Cattaneo non ha ammiratori a Milano?), “esprits mal tournés” e un giro di frasi che fanno solo perdere tempo.
    – dell’eroina, mica del letame, esprits mal tournés che non siete altro – è artificioso, di pessimo gusto, un espediente retorico sfruttatissimo, da evitare come la peste. Come i LOL e i frequenti accenni al rimmel che molti uomini non conoscono, perché in Italia non tutte le donne lo usano.

    Scusi ma… non era lei quello fanatico delle “lauree giuste”?
    Non era lei che sosteneva di essersi “sempre limitato a scrivere solo di chimica, per evitare di prendere cantonate.” ([1])?
    Non era lei che criticava Sylvie di volersi “occupare di ogni argomento scientifico ti capiti a tiro” (ibidem)?
    Devo forse concludere che il suo corso di laurea in chimica era molto piu’ versatile di quel che immaginavo e prevedeva anche una specifica preparazione in analisi del testo e critica letteraria?
    [1] http://ocasapiens-dweb.blogautore.repubblica.it/2019/01/12/il-debunking-come-ideologia/comment-page-1/#comment-1100548

  5. @ Camillo Franchini
    Affatto: considerare ideologico un debunking nel quale Sylvie si è imbattuta significa ridurne il valore di smascheramento disinteressato di un falso scientifico. Titolo decisamente equivoco e accusatorio. Chi ha scoperto con le mani nel sacco? Non lo scriverà mai, lo lascia indovinare.
    Secondo me, di quell’intervento di Sandal ha letto solo dei frammenti.
    Visto che non tratta di *un* particolare debunking (nel quale Sylvie si sarebbe imbattuta) ma di un complesso ragionamento di Sandal (discutibile finche’ vuole, ma tale e’) riguardo alle motivazioni ideologiche che starebbero dietro al fenomeno del debunking in quanto tale o, almeno, a parte consistente di esso.
    Ma, ribadisco: quello che scrive spiega perche’ lei non condivide il titolo del post (e il post stesso); fino a un certo punto perche’ mette anche dei dubbi sul fatto che lei abbia letto l’intervento da cui scaturisce. Ma diciamo che lo spiega.
    Ma non giustifica il definirlo (limitiamoci al post, per semplificare), “non condivisibile”.
    Per definirlo “non condivisibile” immagino due strade:
    – non e’ materialmente possibile condividerlo, ovvero nessuna persona puo’ essere d’accordo con Oca Sapiens
    – oppure e’ possibile condividerlo ma non e’ lecito (o non dovrebbe esserlo) farlo.
    La prima strada mi sembra banalmente impraticabile, visto che Sylvie condivide di certo il suo stesso articolo e non e’ ragionevole pensare che non possano esistere persone non in grado di condividerlo.
    Quindi rimane solo la seconda: non mi rimane da pensare che lei ritenga che non e’ (o non dovrebbe essere lecito) condividere quanto scritto nel post.
    Il che mi sembra leggermente in contrasto con la costituzione (art. 21: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”).
    Non solo: lei non mette in discussione solo il diritto di manifestare il proprio pensiero; mette in discussione (“non condivisibile” questo significa) il diritto di avere un pensiero non conforme a quello di Camillo Franchini.
    In altre parole: il suo atteggiamento liberticida e’ un esempio a favore di quanto Sandal ricorda quanto scritto da Della Riva riguardo alla “richiesta di un ORDINE sociale e civile molto gerarchico, e la rimozione di ogni disturbo”.
    E la sua reazione rabbiosa a questo post, conferma Sandal quando scrive: “difficilmente tutto questo avviene consapevolmente. Semplicemente leggiamo istintivamente il mondo secondo le nostre credenze e i nostri filtri, e ci difendiamo da ciò che minaccia la nostra identità. In parole povere, […] Se crediamo che invece il Sistema sia il Bene, e qualcuno lo mette in discussione, istintivamente faremo le barricate contro coloro che prendono decisioni per contestarlo. E gli esseri umani sono bravissimi a usare tutto l’arsenale intellettuale, culturale e cognitivo a disposizione per difendere la propria struttura profonda di credenze e di identità.”.
    Concludendo: lei non e’ molto rappresentativo del debunking nostrano; ma se lo fosse, sarebbe un rilevante argomento a favore della tesi di Sandal.

  6. @ Oca Sapiens
    Scusi: ho aggiunto il precedente commento sotto il post sbagliato; potrebbe rimuoverlo?

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