Appendici

Climalteranti pubblica la recensione di Stefan Rahmstorf al paper di Bastin et al. sulla cattura della CO2 ottenibile con una riforestazione titanica. E’ molto meglio della mia, e va letta fin in fondo perché dopo le critiche arrivano gli apprezzamenti. Per colpa di un comunicato stampa esagerato, quello scenario “what if?” ha suscitato nei media un ottimismo ingiustificato:

  • Rimediare in gran parte alle conseguenze di uno sviluppo industriale lungo due secoli con una misura così semplice e popolare sembra un sogno! Infatti è subito piaciuto a coloro che sognano tuttora una mitigazione del clima indolore per tutti.

Rahmstorf demolisce il sogno con quattro, ma conclude

  • Piantare enormi quantità di alberi in tutto il mondo è quindi un progetto da affrontare presto. […] Senza farci illusioni sui miliardi di tonnellate di CO2 che verranno estratti dall’atmosfera, però. Men che meno l’illusione che così rimanderemo a più tardi il momento di abbandonare l’uso dei combustibili fossili.

Credo che la misura sia ancora più popolare di quanto pensi. Da mezzo secolo nascono movimenti locali per accrescere o difendere le foreste in tutto il mondo. Sono così abituali che ormai fanno notizia solo quando capita un Nobel per la pace o vengono uccisi gli attivisti che cercano di fermare le devastazioni del proprio territorio.


Risultati immagini per l'homme qui plantait des arbres
C’è un desiderio di alberi o una nostalgia che sembra aumentare insieme alla popolazione urbana. I Verdi sono pochissimi, ma localmente, i candidati di tutti i partiti promettono più verde, che io sappia nessuno ha mai vinto un’elezione promettendo il contrario. .
In più, i regali di Trump e Bolsonaro alle lobby delle motoseghe hanno l’effetto di mobilitare nuovi attivisti che confluiscono nei movimenti dei ragazzini per il clima e per l’ambiente. Aspetterei a chiamare sogno i loro progetti… Già devono vedersela con il ridicolo “Comunicato anti-deforestazione” pubblicato oggi dalla Commissione Europea.

*

Da “The myth of the 1970s global cooling scientific consensus“, Peterson et al. 2008

Storia del bigoilismo, passim
Sempre da Climalteranti, un certo “giuseppina” ricopia bufale sul “metodo scientifico”, il senso delle parole “esperimento” e “teoria” , i gas serra, il clima  ecc. rafferme da decenni, a volte da secoli. All’osservanza della tradizione bigoilista aggiunge menzogne così palesi sulla propria vita personale da far quasi rimpiangere la confusione frenetica ma sincera di Claudio Costa.

  • Si figuri che ricordo come fatto recente la preoccupazione per l’imminente glaciazione, causata dall’uomo, teorizzata negli anni ’70. C’erano numerosi studi che la provavano.

C’erano pochi studi sull’effetto di una guerra con armi atomiche, e altri sull’inquinamento atmosferico per capire quanto “mascherava” il riscaldamento globale su gran parte nell’emisfero nord. Si studia tuttora, in particolare per misurare l’effetto sulla temperatura delle eruzioni vulcaniche e le conseguenze di certi progetti di geoingegneria.

Che io sappia non è stato teorizzato nulla, di per sé, il fenomeno non ha bisogno di ipotesi su un’eventuale causa da confermare o smentire sperimentalmente. Durante il giorno dove il cielo è oscurato da polveri che fanno ombra fa più freddo che dove batte il sole, è una legge di natura per così dire.

Nell’aprile 1975 c’era stata un’ondata di freddo in parte dell’emisfero nord, e il settimanale Newsweek aveva pubblicato in fondo, nella rubrica “Science”, un articolo di Peter Gwynne che menzionava studi di due meteorologi anonimi e di un climatologo della NOAA. Tra il 1945 e il 1968 nell’emisfero nord la temperatura “era calata di mezzo grado” Fahrenheit (? se riesco a trovare il paper, correggo). Tra “il 1964 e il 1972”, aveva calcolato Murray Mitchell, l’inquinamento dell’aria con solfati e particelle carboniose aveva ridotto del 1,3% la radiazione solare in arrivo.
L’articolo di Murray Mitchell era del 1971, e smentiva “suggerimenti” precedenti:

  • Suggestions by several previous authors to the effect that the apparent worldwide cooling of climate in recent decades is attributable to large-scale increases of particulate pollution of the atmosphere by human activities are not supported by this analysis.

Il raffreddamento era solo locale.

Se governi non interverranno con misure adeguate, inizierà una glaciazione come quella che aveva congelato il Tamigi nel Settecento, scriveva Gwynne sempre più terrorizzato e terrorizzante, ignaro del fatto che le misure erano state prese dal Clean Air Act del 1956 in Gran Bretagna (omissis) e in USA con il Clean Air Act del 1970. L’inquinamento prodotto dai paesi industrializzati era già calato.

Negli anni precedenti altri giornali avevano riferito dell’inquinamento da polveri “raffreddanti” in modo meno allarmistico. L’opinione pubblica non si è fatta contagiare dal catastrofismo di Gwynne e la comunità scientifica l’ha ignorato. Il consenso attribuitole e deriso da “giuseppina” non c’è mai stato.

Nel 1965, la comunità scientifica aveva pubblicato un rapporto sull’inquinamento da combustibili fossili – un’appendice era dedicata all’effetto serra della CO2 – e il riscaldamento globale che stava causando, “mascherato” in parte dall’aria sporca. Il rapporto era stato presentato al Congresso dal presidente Johnson con un discorso ambientalista applaudito anche dai repubblicani e riportato da giornali, radio e televisioni di tutto il paese.

Dopo il rapporto Charney del 1979, il Congresso ha chiesto alle accademie di riassumere la ricerca sui rischi climatici ogni quattro/cinque anni  e il consenso è rimasto lo stesso.
Risultati immagini per time global cooling cover
Circa dieci anni fa, i bigoilisti hanno usato l’articolo di Newsweek per discreditare i climatologi e i loro modelli. Lo facevano uscire sul TIME nel 1977 ed era così clamoroso da meritarsi la copertina e il titolo “Come sopravvivere all’era glaciale imminente”.
Nel mondo reale, la copertina era del 2007 e il titolo “Guida per sopravvivere al riscaldamento globale“. Una bufala non muore mai, scriveva il TIME in una smentita di due anni fa, ma questa è così maldestra che non l’ha usata nemmeno Trump.
Figurarsi se ci cascano i lettori di Climalteranti…