"Le abbiamo azzeccate tutte"

Questa mattina, l’assessore Giulio Gallera non si è fatto trovare all’appuntamento che aveva fissato con radiopop. Coincidenza, doveva intervistarlo Alessandro Braga, autore insieme a Vittorio Agnoletto e molti ascoltatori di Sanità in salute? Il libro bianco della sanità lombarda.

Con ancora meno soldi del solito per via del crollo della pubblicità, però con un “capitale” di fiducia in aumento, da Codogno in poi i miei ex colleghi e gli ascoltatori non hanno più smesso di fare un’ottima informazione e domande scomode. Non c’entro niente, ma sono fiera lo stesso e provo a spiegare perché.

Il libro fa capire quello che succede da mesi. La nocività delle nomine politiche. Come mai, per esempio, la Lega e Forza Italia vogliono dare uno scudo legale a Roberto Cosentina. E’ il direttore sanitario dell’Asst Bergamo Est e dell’ospedale di Alzano che il 27 gennaio scorso era stato condannato in primo grado a 2 anni e 6 mesi di reclusione

  • per omessa denuncia e favoreggiamento nei confronti del dottor Leonardo Cazzaniga, condannato a sua volta all’ergastolo per l’omicidio di 12 tra pazienti e parenti della sua compagna di allora

una strage avvenuta quando Cosentina era direttore sanitario dell’ospedale di Saronno.

In attesa del giudizio definitivo che arriverà tra un decennio, resta a Seriate e continua a omettere denunce: i “decessi di positivi Covid-19” fra gli anziani delle varie residenze della Bergamasca (e non solo) nonostante le richieste di ascoltatori, Alessandro, Vittorio, poi raggiunti da Medicina Democratica, sindaci e Avvocati per niente.

Le residenze per gli anziani sono state abbandonate in molte parti del mondo, ma per ora soltanto la sanità lombarda ha scelto di esporre al contagio non solo gli ospiti e il personale, ma anche i pazienti ricoverati e il personale degli ospedali.
Lasciandoli totalmente indifesi.

Ieri su Altreconomia, il direttore Davide Duccio (h/t Giovanni) Facchini riassumeva il risultato delle istanze di accesso civico mandate alle Agenzie di tutela della salute (ATS) e alle Aziende socio sanitarie territoriali (ASST) lombarde:

  • A nemmeno una settimana lavorativa dal protocollo delle istanze hanno già risposto alla richiesta ben sei ATS su otto -Bergamo, Brescia, Brianza, Insubria, Pavia e Val Padana- e un terzo delle 27 ASST interpellate -dagli Spedali Civili di Brescia a Vimercate-. Non erano tenute a farlo in un lasso di tempo così breve: il decreto legge “Cura Italia”, infatti, aveva previsto per le amministrazioni pubbliche la possibilità di sospendere i termini di tutti i procedimenti dal 23 febbraio al 15 aprile, compresi dunque anche quelli di “accesso”.

Motivo della sollecitudine:

  • il messaggio, identico per tutte, parola per parola, è stato di chiusura e di diniego. Un niet “fotocopia” condiviso dall’assessorato competente, quello al Welfare guidato da Giulio Gallera.

Avrei messo competente fra virgolette.

Motivo della “fotocopia”: i dati richiesti da Duccio su decessi, contagi, flussi tra RSA e ospedali ecc. sono inutili per la gestione dell’emergenza, saranno raccolti e aggregati in futuro. Adesso ci sono cose più urgenti da fare: rimandare i lavoratori nelle aziende martedì, prima che gli ispettori delle “aziende” sanitarie riescano a verificare se sono presenti le misure di sicurezza previste.

7 commenti

  1. Che poi “potevano scegliere, le RSA”, o “decisione vontaria” se prendere o meno pazienti covid positivi.
    Proprio, basta leggere anche solo i vari “considerato” e “visto” e “stabilito” delle delibere regionali per non avere dubbi al riguardo.
    E separare i pazienti infetti dagli altri è chiaramente un problema delle strutture, non della Regione che ordina di liberare qualche letto in ciascuna per distribuire il contagio capillarmente. Che svuotarne alcume trasferendo i non covid che non potevano stare a casa nelle altre, non era possibile?
    https://www.regione.lombardia.it/wps/wcm/connect/5e0deec4-caca-409c-825b-25f781d8756c/DGR+2906+8+marzo+2020.pdf?MOD=AJPERES&CACHEID=ROOTWORKSPACE-5e0deec4-caca-409c-825b-25f781d8756c-n2.vCsc
    Quello di Alzano sarà l’unico caso?
    intanto la Lombardia da sola ha la metà dei casi d’Italia. Manca solo che dalla Regione dicano che è tutta colpa del 5g (o dei bovini, o della grappa)

  2. Fontana (e con lui i vari firmatari) poteva. Per 7 giorni. Dopo 7 giorni, palazzo Chigi avrebbe deciso se una delibera più restrittiva di quella decisa dal Governo sarebbe stata mantenuta o meno.
    Invece non è stato fatto, non si è provveduto a sanificarel’ospedale di Alzano Lombardo (e nessun altro nei pressi, che non c’è solo quello) e i malati di covid sono stati portati in strutture che ospitavano anziani (prima) non malati.
    Alla richiesta di dove morisse la gente, nessuna risposta.
    Adesso, la Regione ha agito bene e le responsabilità di eventuali errori (anche “di sbaglio”) sono solo del Governo o dei dirigenti locali. Che poi vediamo, se alla fine non sarà tutta colpa del lettighiiere, che poteva rifiutarsi di trasportare lì i pazienti dismessi, o dell’addetto alle pulizie, che non ha passato abbastanza sgrassatore nel ps, o del badante x, che accudiva un infetto e un non infetto, o del dottore all’accettazione, che si lavava poco spesso le mani.
    Che non è che adesso si possono indagare solo sempre gli stessi, eh?! Eppoi è successo così in tutto il momdo, quindi…

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