Pausa

Mentre i politici continuano a promettere milioni di tamponi e forse 150 mila test sierologici prima del 4 maggio per evitare che tra un mese la ripresa causi una seconda ondata di infezioni, gli epidemiologi hanno ricevuto solo brutte notizie.

Le ultime tre spiegano lo scetticismo dell’Organizzazione mondiale della sanità e la lettera aperta di quasi centomila medici un po’ stufi di essere presi in giro. Provo a riassumere.

I tamponi hanno un tasso di falsi negativi per il Sars-Cov-2 che in Cina arriva fino al 30%, vale a dire che fino a 30 persone su 100 sono certe di non contagiare nessuno e non è vero. Un problema da risolvere il più rapidamente possibile con tampone affidabile almeno al 99% perché in tutto il mondo viene fatto prioritariamente al personale sanitario e ai pazienti sintomatici.

Quelli attuali non garantiscono alcuna “sicurezza”.

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Giovedì, il Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie della Corea del Sud – noto per il monitoraggio a tappeto – ha comunicato che 141 persone ricoverate con sintomi di covid-19, positive al tampone e poi guarite, sono risultate “reinfettate” poco dopo la fine della loro quarantena. Quasi tutte vivono nella città dalla quale l’epidemia si è diffusa in febbraio, 55 di loro sono ventenni e trentenni, pochi sono sintomatici.
Sono soltanto 141 su oltre 7.500 pazienti guariti, quindi non è detto che i vaccini in via di sviluppo sarebbero inutili.

Aspetterei conferme. Prima bisogna fare analisi del sangue per determinare il livello di anticorpi anche per altri virus (i.e. sistema immunitario compromesso?), rifare tamponi per vedere se la quantità di virioni trovati dopo la quarantena è un’eccezione, identificare possibili mutazioni del Sars-Cov-2, capire se i tamponi non rilevano quantità “residuali” di virus che poi si riattivano ecc.

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Ieri il Wall Street Journal ha riferito i risultati preliminari del test sierologico fatto a 8.600 lavoratori e visitatori ospedalieri di Wuhan: soltanto il 2-3% avrebbe anticorpi contro il Sars-Cov-2. In parte conferma i risultati ottenuti con test diversi su campioni di popolazione diversi, per esempio in California (1,5-2,8% – campione fuffa!), in Danimarca (4,1%) e nei Paesi Bassi (3%).

Fin qui è una brutta notizia a metà: il numero delle persone contagiate è probabilmente sottostimato e quelle sintomatiche sovrastimate, la letalità del virus sarebbe inferiore a quella che risulta dal rapporto decessi/guarigioni tra i ricoverati.

Però vuol dire che c’è poco da contare sull’effetto gregge anche se il test sierologico misurasse un’immunità reale e non teorica. Tanto più che al contrario del tampone, quei test hanno un tasso di falsi positivi che finora è sempre stato maggiore di quello dichiarato dai produttori.

La notizia in controtendenza è che nella cittadina di Gangelt – zona rossa dopo che quasi tutti gli abitanti hanno partecipato al Carnevale contagiandosi a vicenda – il 14% avrebbe anticorpi. Per l’effetto gregge servirebbe un 95%.

Non che un lockdown sia da adottare in tutta l’Italia per mesi, gli anticorpi non sono contagiosi purtroppo… E purtroppo bis è difficile produrre su scala industriale un test al contempo

  • stabile fino alla data di scadenza scritta sull’etichetta perché rischia di essere trasportato e conservato in condizioni non ottimali;
  • sensibile perché misura con precisione la quantità delle due immunoglobuline;
  • specifico perché non le confonde con quelle risultanti dai coronavirus che ci fanno venire il raffreddore.

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Non so voi, ma se fossi la commissione di Vittorio Colao (e quante altre! Ma cos’abbiamo fatto di male?) al posto di uno scudo legale chiederei una pausa di riflessione. Così farei tradurre almeno gli articoli linkati sopra, li leggerei e ci penserei su.

E nel caso avessi problemi con l’inferenza bayesiana, chiederei un bigino all’ISTAT.

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This, my freelance English-speaking friends, is “a thing of beauty” and truth and sanity and grace and…

5 commenti

  1. Paura di morire di coleravirus, eh?
    Chiusi in casa senza poter neanche allungare un braccio fuori dalla porta, invece, è vita?

  2. Be’, che dire, Sylvie, tu cerca di riguardarti il più possibile perché se aspettiamo che ci pensi chi di dovere siamo a posto…

    1. Cerca anche tu, Paolo, e abbiamo tanti mezzi per riguardarci. Mascherine, guanti, occhiali da chimici, un sacco di cose usa e getta o lavabili e riciclabili, detergenti, sistemi di telesorveglianza e perfino robot da comandare in remoto.
      Mica siamo in un villaggio del terzo mondo dove manca tutto.

      Minsky,
      LOL!
      Nessuno mi ha legata a un calorifero e prima che qualcuno ci provasse, mi sa anche Paolo avrebbe chiamato la polizia.

  3. Il 30% di errore per i tamponi?
    Mi pare altino.
    Poi penso ai numeri senza senso che ci legge(va) Borrelli e mi chiedo: che senso ha?
    Comunque, se i 140 (oggi dicevano 160 e rotti) della Corea del sud sono errori (fatti prima o fatti dopo) dello strumento, sono più sereno. Che sennò povero Boris (inteso come simbolo di chi spera in un qualunque effetto gregge)
    Teniamo duro. Appena potrò riprenderò a spostarmi come sempre: rigorosamente in bici, ovvio.

    1. Cimpy,
      Altino sì, Cimpy, ma c’è un periodo di apprendimento, bisogna sapere cosa cercare (abbiamo altri coronavirus) per non doverli ripetere troppe volte ecc. E ancora oggi non è chiaro se ci sono dentro più virioni quando passano dal naso o dalla bocca.
      In USA è andata peggio, non hanno usato il sistema OMS perché credevano di averne uno migliore.

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