La posizione di Action Aid

ActionAid Italia non è impegnata direttamente nelle operazioni di salvataggio nel mar Mediterraneo, né nella gestione di fondi destinati all’accoglienza e all’integrazione di migranti nel nostro Paese. È tuttavia con profonda convinzione che partecipiamo agli sforzi dei network e delle rappresentanze di cui facciamo parte, per rivendicare alcuni semplici principi:

  • Il lavoro della magistratura è sempre prezioso per far luce su qualsiasi comportamento illecito da chiunque commesso. È nostro interesse, di cittadini ancor prima che di operatori in ambito sociale, che le indagini siano serie e condotte secondo i più alti standard e le tutele che il nostro ordinamento garantisce a chi sia interessato dalle stesse, che si tratti di persone fisiche o giuridiche. Certamente risulta di dubbia opportunità la diffusione pubblica di accuse generiche (e anche specifiche) rispetto a fatti che la magistratura ancora non abbia appurato: si tratta di un modo di fare che non appare in linea con una democrazia matura in cui l’informazione venga usata per permettere un dibattito fruttuoso.
  • Il diritto internazionale (e non l’opinione di chicchessia) articola il cosiddetto “imperativo umanitario” che riguarda peraltro non solo le ONG, ma chiunque, soggetti pubblici e privati. Di fronte alla necessità di salvare vite umane esiste un obbligo di intervento per chi ne abbia i mezzi. È uno scandalo dei nostri giorni che alcune forze politiche, e rappresentati delle istituzioni nazionali ed europee, ventilino l’idea che si possa rinunciare al rispetto dell’imperativo umanitario. È uno scandalo anche che le istituzioni preposte non allochino i mezzi necessari a salvare le vite di persone che sono in pericolo, a prescindere dal modo in cui arrivano a trovarsi in tali situazioni. È uno scandalo che ci sia chi alimenta le polemiche diffondendo notizie false o parziali sui costi dell’accoglienza e i “privilegi” presunti che sarebbero garantiti ai migranti. […]
  • Il concetto di “accountability” di cui ActionAid si fa promotrice nel nostro Paese e nel mondo va ben oltre il dovere assoluto di rispettare la legge e assicurare trasparenza sulla gestione delle risorse […]

Trovate il resto sul sito di Action Aid.

6 commenti

  1. ocasapiens
    mi dispiace parlare male della categoria a cui appartieni ma in questo caso è difficile evitarlo. I giornalisti, non tutti per la verità, amano riportare in modo parziale le dichiarazioni, travisandone in tal modo il significato. Ad sempio, il Procuratore di Trapani ha detto esplicitamente che il reato di faforeggiamento dell’immigrazione clandestina non è punibile quando è in ballo il rischio di perdita di vite umane. L’obbligo del soccorso prevale su tutto.
    Possiamo discutere su tutto ma soccorrere è un dovere, su questo non si discute. L’hanno detto a chiare lettere tutti in audizione al Senato, dalla Guardia Costiera a Frontex ai Procuratori di Catania, Siracusa e Trapani. Restano alcuni giornalisti e politici, politicanti se preferisci, che continuano a parlare del nulla. Dispiace solo che ci sia chi gli da retta.

    1. Riccardo,
      L’obbligo del soccorso prevale su tutto
      già, è un reato il mancato soccorso ma certi colleghi non vogliono capirlo.


  2. ActionAid Italia non è impegnata direttamente nelle operazioni di salvataggio nel mar Mediterraneo, né nella gestione di fondi destinati all’accoglienza e all’integrazione di migranti nel nostro Paese

    Ah, ok. Tutta la filippica di puntualizzazioni successivie a che servono allora?

    È tuttavia con profonda convinzione che partecipiamo agli sforzi dei network e delle rappresentanze di cui facciamo parte, per rivendicare alcuni semplici principi […]

    Puntualizzazioni chiare e semplici. E’ vero.
    Ma non c’entrano nulla con il problema del favoreggiamento all’immigrazione clandestina.

    1. AleD,
      se un giorno vorrà informarsi, forse riuscirà a capire che
      – Action Aid fa parte del network di Ong diffamate;
      – anche per la legge italiana, il soccorso in mare è un obbligo;
      nessuna Ong è accusata di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

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